Gattuso è tornato a rischio: il Milan valuta tre idee per il futuro
Le cinque ultime tappe di un percorso che può riconsegnare il Milan al paradiso della Champions League o condannarlo a un'altra annata da inferno se l'obiettivo sfumasse sui titoli di coda. Cinque finali che decideranno anche le sorti di Gennaro Gattuso, indiscutibilmente legato al raggiungimento o meno di quel quarto posto che, dopo il passo falso di Parma, è tornato seriamente in discussione, con Roma, Atalanta, Torino e Lazio pronte ad approfittare di nuovi scivoloni dei rossoneri. Soltanto mantenendo il piazzamento e riportando i suoi nell'Europa nobile, il tecnico calabrese avrebbe qualche chance di giocarsi una riconferma che passerà anche da un inevitabilmente chiarimento con la società e soprattutto con Leonardo, con cui ha vissuto un rapporto tormentato per tutto l'arco della stagione.
IL MALESSERE DI GATTUSO - Diversità di vedute dal punto di vista tattico e caratteriale che potrebbero portare a una separazione a fine campionato, a prescindere da quello che sarà il suo esito; diversità di vedute che hanno portato in più di una circostanza Gattuso a esplicitare il suo malessere, come nel post-gara di Parma ("Forse non sono abbastanza bravo", riferendosi al suo tentativo di spiegare ai propri calciatori gli errori da non commettere nella gestione del momentaneo vantaggio) o alla vigilia del match con la Sampdoria ("Saprete il mio futuro tra due mesi"). L'allenatore è consapevole di non essere stato scelto e voluto dall'attuale proprietà, Elliott, e dalla dirigenza in carica oggi, nonostante con Leonardo e Maldini abbia condiviso molti anni di Milan da giocatore. Ed è probabilmente al corrente che i nomi di alcuni colleghi aleggino con sempre maggiore insistenza in vista di giugno. Vediamo quali.
DA POCHETTINO A SARRI - Il grande sogno è consegnare questa squadra, in Champions League e potenziata da un mercato all'altezza della situazione seppur in linea con i parametri del fair play finanziario, a Mauricio Pochettino, l'artefice della grande annata europea del Tottenham. Pista non semplice, per questioni economiche (l'argentino percepisce 7 milioni di euro a stagione dopo l'ultimo rinnovo di contratto), di scarso appeal del calcio italiano e per le troppe incognite che contraddistinguono l'attualità rossonera. Le alternative sono italiane, italianissime e conducono a due profili in odore di Milan da diverso tempo. A Leonardo intriga tantissimo il profilo di Antonio Conte, che a giugno tornerà su una panchina dopo l'anno sabbatico successivo all'addio al Chelsea e sul quale oggi è forte soprattutto l'Inter (in caso di risoluzione anticipata del rapporto con Spalletti). Senza dimenticare Juventus e Roma. L'altro candidato da tenere in forte considerazione è Maurizio Sarri, nome caldeggiato in tempi non sospetti da Arrigo Sacchi a Silvio Berlusconi prima del suo approdo al Napoli. Il Milan cerca un allenatore in grado di apportare una mentalità più propositiva ed europea rispetto a quella di Gattuso e, qualora a giugno si consumasse la rottura col Chelsea, anche lui entrerebbe in corsa. Cinque partite, cinque finali per scrivere il futuro a tinte rossonere e molto probabilmente anche quello del suo tecnico.
IL MALESSERE DI GATTUSO - Diversità di vedute dal punto di vista tattico e caratteriale che potrebbero portare a una separazione a fine campionato, a prescindere da quello che sarà il suo esito; diversità di vedute che hanno portato in più di una circostanza Gattuso a esplicitare il suo malessere, come nel post-gara di Parma ("Forse non sono abbastanza bravo", riferendosi al suo tentativo di spiegare ai propri calciatori gli errori da non commettere nella gestione del momentaneo vantaggio) o alla vigilia del match con la Sampdoria ("Saprete il mio futuro tra due mesi"). L'allenatore è consapevole di non essere stato scelto e voluto dall'attuale proprietà, Elliott, e dalla dirigenza in carica oggi, nonostante con Leonardo e Maldini abbia condiviso molti anni di Milan da giocatore. Ed è probabilmente al corrente che i nomi di alcuni colleghi aleggino con sempre maggiore insistenza in vista di giugno. Vediamo quali.
DA POCHETTINO A SARRI - Il grande sogno è consegnare questa squadra, in Champions League e potenziata da un mercato all'altezza della situazione seppur in linea con i parametri del fair play finanziario, a Mauricio Pochettino, l'artefice della grande annata europea del Tottenham. Pista non semplice, per questioni economiche (l'argentino percepisce 7 milioni di euro a stagione dopo l'ultimo rinnovo di contratto), di scarso appeal del calcio italiano e per le troppe incognite che contraddistinguono l'attualità rossonera. Le alternative sono italiane, italianissime e conducono a due profili in odore di Milan da diverso tempo. A Leonardo intriga tantissimo il profilo di Antonio Conte, che a giugno tornerà su una panchina dopo l'anno sabbatico successivo all'addio al Chelsea e sul quale oggi è forte soprattutto l'Inter (in caso di risoluzione anticipata del rapporto con Spalletti). Senza dimenticare Juventus e Roma. L'altro candidato da tenere in forte considerazione è Maurizio Sarri, nome caldeggiato in tempi non sospetti da Arrigo Sacchi a Silvio Berlusconi prima del suo approdo al Napoli. Il Milan cerca un allenatore in grado di apportare una mentalità più propositiva ed europea rispetto a quella di Gattuso e, qualora a giugno si consumasse la rottura col Chelsea, anche lui entrerebbe in corsa. Cinque partite, cinque finali per scrivere il futuro a tinte rossonere e molto probabilmente anche quello del suo tecnico.