Ma è da Juve? Sì, lo è. Ha avuto bisogno di un po' di tempo, più di metà stagione. Poi però l'apprendistato è finito e sì, Federico Gatti si sta dimostrando uno da Juve. Nello spirito e pure nelle prestazioni. Perché l'atteggiamento è sempre stato quello giusto, in una stagione come questa nel gruppo bianconero c'è assolutamente posto per gregari e combattenti. Ma da quando Max Allegri ha di nuovo gettato nella mischia Gatti, il difensore bianconero è stato quasi sempre il migliore del pacchetto arretrato. E ora sono sei partite di fila, quanto basta per capire che non sia un semplice exploit. Ha sbagliato, tanto e pesantemente, inevitabile che Allegri lo riparcheggiasse in panchina e dopo la sconfitta interna col Monza (29 gennaio) sembrava che Gatti fosse uscito fuori dai radar: era però solo questione di tempo, rilanciato a Friburgo quasi a sorpresa poi non ha più mollato il posto. Il gol segnato allo Sporting arriva poi a coronare una favola che in fondo è solo all'inizio. LA FAVOLA – Riavvolgendo il nastro ce n'è per ogni gusto. In due anni dalla C alla Nazionale e poi alla Juve, a gennaio 2022 pure l'intrigo di mercato: era tutto fatto per il passaggio dal Frosinone al suo (e di suo nonno, a cui ha dedicato il gol) Toro, poi il blitz della Juve che ha messo sul piatto un'offerta irrinunciabile per il giocatore ancor più che per il club ciociaro. E prima? Anni di gavetta, quella vera. Il settore giovanile tra Chieri, Toro e Alessandria, da centrocampista. Ruolo con cui ha iniziato pure nel calcio dei grandi, tra i dilettanti, quelli veri: Pavarolo e Saluzzo, poi il Verbania. Mentre continuava a lavorare perché di calcio non si poteva vivere, lavori anche pesanti: muratore, fabbro, mercati generali. Intanto in campo anche la trasformazione in difensore centrale, quella che gli ha cambiato la vita e gli è valsa la chiamata della Pro Patria prima, del Frosinone poi. Il resto è storia. E che storia...