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Galliani, primo derby da Senatore: 'Che urla quando il Var ha tolto il gol a Icardi'
Una differenza sostanziale: invece che scendere negli spogliatoi, era salito subito in tribuna. Poi, tutto come prima: "Ho vissuto la partita con la stessa partecipazione emotiva di prima, lo stesso coinvolgimento. La carica non ha cambiato la fede, la passione e neppure il modo di gestirmi. Ho fatto gli stessi salti, gli stessi balzi e ho detto le stesse parolacce che avrei detto prima. L’amore rossonero è esattamente lo stesso di 31 anni fa: ho fatto il solito tifo smodato, anche al gol di Cutrone e confesso… anche quando il Var ha annullato il gol di Icardi".
Era la prima partita vissuta a metà tra la poltrona della tribuna di San Siro e quella al senato. Galliani è senatore dall’inizio di marzo scorso, candidato da Berlusconi come capolista per Forza Italia nel collegio proporzionale Lombardia 3 (Varese-Como-Lecco) risultando eletto. Due settimane fa si è presentato per la prima volta in senato, matricola della XVIII legislatura. La poltrona dello stadio è stata invece quella centrale tra i nipotini Adrian e Alessandro. Un paio di file sopra Antonella Ferrari, nipote di Enzo. "Sentivo qualcuno che mi chiamava senatore, ma tra l’Inter che attaccava e la carica ancora poco familiare non mi giravo. Quando sento 'senatore!' mi chiedo ancora con chi vogliano parlare".
Cravatta rossonera e non gialla, Galliani ha avuto modo di salutare Luca Lotti, ministro dello Sport con cui condivide la fede milanista, Gaetano Micicché, presidente di Lega e l’a.d. Infront De Siervo. Una visuale diversa rispetto a quella del primo derby da ex a.d. (stavolta è necessario): si era sempre ad aprile, ma dello scorso anno, quando si sedette al ristorante e non allo stadio. La seduta fu allora quella de Il Kaimano, locale in zona Brera, dove l’esultanza del tifoso al 2-2 di Zapata non passò inosservata tra i commensali e gli altri presenti. Galliani aveva risposto presente anche il mese scorso, prima che la giornata di campionato fosse rinviata per piangere la morte di Astori. Alla vigilia di un giorno speciale, elezioni più derby, il (futuro) senatore sognava in grande: "Nel 2001 il Milan vinse 6-0, due giorni dopo Berlusconi e la Casa delle Libertà sbaragliarono Francesco Rutelli e l’Ulivo. Un 6-0 sarebbe chiedere troppa grazia a Sant’Antonio… Però una doppietta sarebbe bella". Il Milan cinese, un mese dopo, non ha vinto, Galliani sì.