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Galliani: 'Per molto non vedremo più 80mila persone a San Siro. Si giocherà per molto a porte chiuse'
ISOLAMENTO - "Sono in casa e non esco assolutamente, ma la giornata vola. Leggo i giornali durante la notte, mentre prima lo facevo la mattina, e durante la giornata ci sono molte più comunicazioni rispetto a prima; grazie alle nuove tecnologie riesco a fare riunioni e conferenze a distanza. Credo che ci sarà un mondo prima e dopo il Corona virus, ci si abituerà a vivere con questi mezzi".
SALUTE - "Sono preoccupato come tutti per la salute di ognuno, ci sono ancora centinaia di morti ogni giorno e bisogna pensare a questo. Poi quando la guerra contro questo nemico invisibile sarà finita arriverà il momento di ricostruire il Paese che sta perdendo 100 miliardi al mese di produzione".
L'ESTERO E LA LOMBARDIA - "Faccio fatica a dare colpe agli altri Paesi, anche l’Italia ha perso tempo e doveva partire prima con i decreti. Non mi sento di giudicare nessuno, anche l’Italia se fosse avesse chiuso prima si vedrebbero i risultati. Io vivo in Lombardia e 2/3 dei morti arrivavano da questa regione, bisognava chiudere prima. Guarda caso da quando siamo chiusi i contagi e i morti sono diminuiti".
IL CALCIO - "Se si tornerà a giocare? Non ho una risposta. Abbiamo appena appreso che le Olimpiadi sono state spostate all’anno prossimo, bisogna affidarsi alla comunità scientifica e saranno i medici a dirci quando si potrà tornare a giocare. Certo è che quando usciremo di casa non sarà più come prima, vedo difficile che 80mila persone possano tornare a radunarsi a San Siro… Credo si giocherà per molto a porte chiuse e poi forse uno seggiolino si e uno. Ma certamente ora bisogna pensare solo alla salute e poi a tutte le altre attività e il calcio è una delle altre attività".