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Frosinonemania: Uscita a testa altissima da San Siro. Idee e mentalità, i giallazzurri ora sono una certezza
IDENTITÀ - A certificarlo il rispetto mostrato dalla formazione più forte della A nei confronti dei ciociari. Una dimensione “di campo” acquisita con merito, conseguenza inevitabile del brillante avvio di stagione avuto e delle idee messe in mostra al cospetto di chiunque. La truppa allenata da Simone Inzaghi, da grande qual è, non ha esitato ad abbassarsi quando necessario. L’avvolgente costruzione dal basso del Leone rappresenterebbe elemento di difficoltà per chiunque, così come l’imprevedibilità di Soulé (raddoppiato è triplicato con costanza, ndr). Di questo i nerazzurri ne erano ben consapevoli, tanto da interpretare una gara densa di attenzione e fitta di cinismo. In chiave frusinate, chiaramente, ha sorpreso la padronanza che ha accompagnato le continue risalite del campo palla a terra. Tutto nel solco di un calcio fluido, marchiato in apparenza dal 3-4-2-1 ma in realtà privo di etichette tattiche. Anche a “San Siro” Mazzitelli e soci hanno dimostrato di saper sviluppare la propria manovra in maniera dinamica, facendo leva in particolare sul riconoscimento degli spazi da occupare.
CONSAPEVOLEZZA - Di sicuro, la scelta di schierare i due esterni (Lirola e Oyono, ndr) a centrocampo ha ridotto le possibilità di ricerca dell’ampiezza agli avversari, primi pure per numero di cross effettuati. Un atteggiamento coraggioso, sinonimo di personalità e sicurezza: della serie, giochiamocela senza alcun timore reverenziale. E questa è la nota maggiormente positiva che dovrà imperare a partire dal rientro dalla sosta. Certo, poi ci sarebbe da riflettere anche su cosa non sia andato per il verso giusto. A partire dalle poche conclusioni a rete sferrate (specie nel primo tempo) nonostante le azioni prodotte, univocamente ad altri aspetti evidenziati dallo stesso Di Francesco nel post match: «Dobbiamo essere più bravi a difendere nella nostra metà campo e negli ultimi 15/20 metri dobbiamo provare altre soluzioni alternative. Oggi le abbiamo forzate meno di quanto avremmo dovuto, il concetto di osare serve anche quando si attacca. Se con l'Inter la metti sulla fisicità fai fatica, devi essere più bravo a muoverla velocemente nelle stretto». La strada intrapresa, ad ogni modo, è quella giusta. E questo Frosinone, uscito a testa altissima dalla Scala del Calcio, merita soltanto applausi.