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    Frosinonemania: una notte glaciale riscaldata dai canti del popolo ciociaro

    Frosinonemania: una notte glaciale riscaldata dai canti del popolo ciociaro

    • Alessandro Iacobelli
    Il dodicesimo uomo stavolta c’era. Incessante il sostegno vocale del pubblico ciociaro. Stupendo tutto questo. Avevo stuzzicato, nelle scorse settimane, il cuore gialloblu. Nel posticipo di un aprile invernale il calore giungeva dai cori dei sedicimila. Un folto grappolo nerazzurro, non solo nel settore ospiti, rispondeva sostenendo il biscione. Bella cornice in una tela povera di spunti.

    Parliamoci chiaro, la partita è stata bruttina. L’Inter ha riempito lo zaino solo con penna e quaderno. I nerazzurri hanno fatto il compitino: 2+2 fa 4 e non ci piove. Nainggolan, Perisic e Vecino. Tre colpi vista Champions. Al cospetto un Frosinone inferiore tecnicamente e penalizzato da una formazione palesemente errata. Il centrocampo tutto muscoli e rabbia non ha girato. Cassata, oltre il gol, ha combinato ben poco. Valzania ha bisogno di un Viviani o di un Maiello per sprigionare il solito fosforo. Sul tema Ciano apro ufficialmente il mio silenzio stampa, non voglio arrabbiarmi.  

    Meglio nella ripresa. Ci svegliamo sullo 0-2. Proviamo a risorgere ma testa e gambe non funzionano come domenica scorsa. Troviamo la rete che accorcia il distacco con una commovente perseveranza. Entra Camillo e il cassetto si apre. Vecino tramortisce le residue speranze di strappare punti ad una big. 

    Ora un giro in Sardegna e poi festival neomelodico con gli azzurri partenopei. Il 26 maggio il circo chiuderà. Divertiamoci con un filo di malinconia. 

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