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    Frosinonemania: Turati, la dura vita del portiere e quell’equilibrio che… manca

    Frosinonemania: Turati, la dura vita del portiere e quell’equilibrio che… manca

    • Roberto De Luca
    Digitate su Google il nome di un portiere a caso. Magari quello del vostro preferito: dal leggendario Buffon a Neuer, Donnarumma, Maignan, Courtois. Insomma, uno qualsiasi anche concedendo spazio ai top. E affiancate alla ricerca il termine “papera”. In un istante appariranno sui vostri dispositivi una sfilza di link, alcuni accompagnati nei titoli da espressioni come “clamoroso errore”. Ecco, questo aiuta a rendere il discorso molto semplice, perché la giornata storta può capitare a tutti. Stefano Turati è in ottima compagnia sotto questo punto di vista. La dura vita dell’estremo difensore, del resto, si orienta lungo certi binari. Gli interventi miracolosi diventano ordinaria amministrazione, gli sbagli si trasformano in drammi insostenibili. L’identikit perfetto del facile colpevole da scovare quando le cose non vanno, sostanzialmente.

    EQUILIBRIO CHE MANCA - Il classe 2001 del Frosinone, specie sui social, è finito sulla graticola all’indomani della sconfitta di Lecce. Un atto ingeneroso, alla luce degli elogi generali risalenti a qualche giorno o settimana prima. Certo, fare finta di niente sarebbe altrettanto poco corretto per la sua crescita e per quella dei giallazzurri. Sul tiro di Piccoli avrebbe potuto comportarsi meglio, difficile dire lo stesso sul 2-1 di Ramadani in virtù della deviazione di Monterisi. Di sicuro, gli interventi effettuati verranno rivisti per analizzare con attenzione ciò che non è andato e lavorarci su. Il problema vero, però, è legato ai discorsi che accompagnano le critiche e alla totale mancanza di equilibrio. In un senso o nell’altro, le iperboli non vanno mai bene. Non era un fenomeno prima (persino i più grandi sbagliano), non è un brocco adesso. Turati è semplicemente un portiere di 22 anni con ottime potenzialità, già nel giro delle Nazionali, che sta affrontando da protagonista la sua prima stagione in A con una squadra che lotta per la salvezza. Il che vuol dire ritrovarsi al termine di ogni gara con un numero elevato di tiri pervenuti dalle proprie parti. 

    DATI E CRESCITA - Lo dicono i dati, nobilitando tra l’altro l’operato svolto fin qui. L’80 del Leone è quarto in campionato per parate effettuate (52), segno indicativo del fatto che venga sollecitato con frequenza elevata dagli avversari e che fornisca, comunque, risposte positive. Eppure, basta un attimo per scatenare - in particolare sui social network - delle reazioni ardue da comprendere. C’è chi ricorda l’eurogol di Dimarco per avvalorare le tesi (da sottolineare ancora, eurogol), chi invece inserisce altro facendo leva, ad esempio, sulle recenti confessioni a tinte nerazzurre del buon Stefano rilasciate a “SportWeek”. Il sogno di giocare in futuro nella sua amata Inter e di vincere la Champions. Per qualcuno fuori luogo, in realtà derivanti da una parola magica chiamata ambizione. È pura e genuina voglia di migliorarsi, pensando in grande. Perché un 22enne dovrebbe tarparsi le ali? Misteri che, di natura, non avrebbero alcun motivo di esistere. Turati sabato contro la Juventus, dopo aver lasciato probabilmente a Cerofolini lo spazio col Napoli in Coppa Italia, riprenderà il suo posto tra i pali senza indugi. Ripartire a testa alta, facendo leva anche sugli errori per trasformarli in punti di forza. La strada è tracciata. 


     

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