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    Frosinonemania: la notte di un gelido rimpianto

    Frosinonemania: la notte di un gelido rimpianto

    • Alessandro Iacobelli
    Un rimpianto dopo l’altro. Una catena che non si spezza. Sulla carta eravamo spacciati contro Milan, Lazio e Roma. La realtà, invece, si è rivelata sorprendente e opposta. Trovarsi a pensare di aver perso per strada almeno tre punti, nelle gare citate, è una ferita apertissima. 

    La partita di ieri è l’ennesima cartina di tornasole della stagione gialloblu. La bellezza di un approccio da trenta e lode rovinata da dormite individuali. Sul primo pareggio di Dzeko sto cercando disperatamente di capire cosa passasse nella mente di Goldaniga. Un attimo di distrazione fatale, come quando prendiamo il telefono durante la guida. 

    “Roma nun fa la stupida stasera” Lando Fiorini dipingeva in musica la splendida capitale. Ieri però, con tutta onestà, la Roma (calcistica) è stata un po’ sciocca. Indolente, abulica e distratta nelle prime battute. Nzonzi vede Ciano e lo serve. Poi Olsen si lascia scappare il tiro del numero 28 canarino. Un goal, per metà, costruito dai giallorossi. 

    Il raddoppio di Pinamonti sembrava aver tramortito una Roma in ombra. I grandi, però, non muoiono mai. Stuzzicare Dzeko è servito a qualcosa? No. Anzi, il bosniaco ha risposto con due reti decisive. Il merito restante, sulla sponda del Tevere,  è da spartire tra gli assist di El Shaarawy e la zampata di Pellegrini. 

    Nel viaggio per Genova portiamo nella valigia le cose belle viste nella gelida notte ciociara. Dalle incornate di Salamon (provate a mettervi vicino a lui e poi ne riparliamo) al fosforo del centrocampo passando per l’imprevedibilità dei binari laterali e la lampada mancina di Ciano.

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