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Frosinonemania: la disfatta capitolina e la scossa rabbiosa di un Presidente ferito
Il Maestro Longo è al bivio. La lettera aperta del Presidente Maurizio Stirpe ha chiarito, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’ultimatum concesso. Parole dure, condite forse da istintiva rabbia, ma al tempo stesso razionali e misurate.
L’integralismo ottuso dell’allenatore ex Pro Vercelli non è andato giù quasi a nessuno. Insistere sul 3-5-2, risultato alla mano, non è stata una scelta lungimirante. Mutare le pedine, senza giungere ad una stabilità nell’undici titolare, ha complicato ulteriormente la situazione. Lanciare dal primo minuto contro i giallorossi Ariaudo e Pinamonti, visti solo in cartolina fino a mercoledì, è stato un azzardo pagato a caro prezzo.
Poi ci sono gli errori individuali, su cui il mister può fare ben poco. Ingenuità di natura tecnica, ma anche improvvisi blackout mentali. Basti pensare al regalo impacchettato da Capuano per l’avvio dell’azione che porta al goal del 3-0 di El Shaarawy. Per non parlare della libertà spensierata donata a “El Flaco” Pastore per il tacco del raddoppio.
Nel diario del Presidente spuntano perplessità pure sulla pianificazione dell’intera stagione appena cominciata. Partendo ad esempio dalla preparazione estiva. La tournèe in Canada, certamente lodevole come mossa dedita al marketing, ha però spezzato i consueti ritmi di una preparazione atletica. Nascondere la polvere sotto il tappeto purtroppo non basta. La scorciatoia della brillantezza fisica usata dalle matricole nella fase embrionale del campionato, dando magari fastidio alle big ancora in rodaggio, non è stata percorsa dallo staff gialloblu.
Domenica alle 15 è la volta del Genoa di Ballardini e della stellina polacca Piatek. L’ultima chiamata senza ritorno per accendere la Lanterna, quella ciociara, e tornare a riveder le stelle.