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    Frosinone, Longo: 'Alleno una squadra di uomini. Dionisi? Dipende da lui'

    Frosinone, Longo: 'Alleno una squadra di uomini. Dionisi? Dipende da lui'

    Moreno Longo, tecnico del Frosinone, parla in vista della sfida con la Ternana: "Cosa serve per tornare alla vittoria? Servirà continuare ad approcciarsi con lo spirito di Salerno. Contro la Salernitana siamo cresciuti sotto l’aspetto tecnico tattico. Bisognerà però inserire quel pizzico di cattiveria in più negli ultimi 20 metri per finalizzare quello che di buono stiamo facendo. Turn over? Sicuramente dietro abbiamo l’obbligo di cambiare vista la squalifica di Brighenti. Per gli altri reparti stiamo valutando il recupero dei calciatori che hanno giocato a Salerno. In base a questo domani valuteremo chi confermare e chi far rifiatare. Maiello? Sta bene, a Salerno solo crampi. Matarese dall’inizio? È una opportunità, lo teniamo in considerazione così come vale per tutti gli altri. I nuovi entrati a Salerno hanno fatto bene dando le risposte giuste. Siamo concentrati su quello che deve fare il Frosinone come squadra, sappiamo che dovremmo avere l’atteggiamento di una squadra affamata specie davanti al nostro pubblico. Ternana? C’è grande rispetto perché è una squadra che sta esprimendo un buon calcio, esprime un calcio offensivo e fa tanti gol. Partita che va presa con le molle. Gol? Stiamo lavorando a mio avviso per cercare di dare la serenità necessaria ai nostri attaccanti. Ci sono momenti in cui gli attaccanti toccano un pallone e fanno gol mentre in altri faticano a trovare la rete. Da allenatore sono preoccupato quando creiamo poche occasioni da gol, in questo momento non è così. Turno favorevole? Dobbiamo guardare passo dopo passo le nostre opportunità, ogni gara è un’occasione. Noi guardiamo a noi stessi cercando con grande umiltà di fare quello che siamo in grado di fare. Dionisi? La convocazione di Federico sarebbe automatica qualora si sentisse pronto. Contro la Salernitana la squadra ha dimostrato il loro affetto a Federico, sono orgoglioso di allenare una squadra di uomini e non solo di calciatori perché umanamente si sono sentiti in dovere di stare vicini ad un compagno che in questo momento sta soffrendo".

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