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Frosinone, il mercato di Angelozzi ha fatto gol: da Caso e Mulattieri a Kone e Moro, i numeri che fanno godere Grosso
Quattro vittorie consecutive, con 8 gol realizzati e solamente due incassati. E' un ruolino di marcia da primato in classifica quello mantenuto dal Frosinone di Fabio Grosso che, grazie al 2-1 di rimonta sul Cosenza e al pari acciuffatto in extremis dal Brescia sul campo del Genoa, si ritrova davanti a tutti dopo 11 giornate di campionato. E lo fa con merito dopo essersi reso protagonista di un avvio di stagione in cui i risultati sono stati spesso abbinati a prestazioni di alto livello. Raccogliendo i frutti di una programmazione e di un mercato che in questo momento stanno promuovendo a pieni voti il lavoro del direttore sportivo Guido Angelozzi.
IL MARCHIO DI ANGELOZZI - Lo scopritore dello juventino Federico Gatti - giusto per citare uno degli esempi più noti e recenti della capacità del dirigente siciliano nello scovare talenti in giro per l'Italia e spesso nelle categorie dimenticate dagli altri - ha avuto coraggio e un pizzico di incoscienza la scorsa estate quando ha varato un'autentica rivoluzione. Freschezza e gioventù al primo posto, con investimenti mirati e a basso impatto economico per ragazzi di grande prospettiva che, inseriti in un contesto tattico costruito ad hoc da Grosso, stanno producendo i risultati sperati. Da Giuseppe Caso, che dopo aver trascinato il Cosenza di Bisoli verso un'insperata salvezza di sta esaltando e confrontando nell'idea di calcio offensiva del suo nuovo allenatore, alla scelta di puntare su due giovani attaccanti che si stanno alternando con grandi risultati come Samuele Mulattieri (da ricostruire nello spirito dopo l'annata di Crotone) e Luca Moro, chiamato a confermarsi dopo l'exploit di Catania e il passaggio al Sassuolo. Senza dimenticare altre scommesse intriganti come lo juventino Frabotta o l'interessantissimo centrocampista di scuola Torino Ben Lhassine Kone, passando per i vari Borrelli, Oliveri, Ciervo e Bocic, diamanti purissimi che si sono perfettamente miscelati con gli elementi di maggiore esperienza che hanno completato un organico in grado ora di giocarsela per tutti per i piazzamenti di alta classifica.
I GIUSTI RINFORZI - Lucioni, Sampirisi, Ravanelli e Mazzitelli sono giocatori abituati a frequentare la categoria e a competere per traguardi ambiziosi e rappresentano le altre intuizioni azzeccate di Angelozzi. Che, senza chiedere al presidente Stirpe di ricorrere ad investimenti onerosi, ha ricordato una volta di più che spesso e volentieri, pure nel mercato, la differenza viene fatta dalle idee e dalla competenza. E dalla capacità di saper completare un organico e migliorarlo pur stravolgendolo in maniera funzionale. Come dimostrano i 15 gol sui 17 totali della squadra portati in dote dai volti nuovi di questa stagione. C'è anche questo piccolo segreto dietro un primato in classificato certificato dai numeri.
IL MARCHIO DI ANGELOZZI - Lo scopritore dello juventino Federico Gatti - giusto per citare uno degli esempi più noti e recenti della capacità del dirigente siciliano nello scovare talenti in giro per l'Italia e spesso nelle categorie dimenticate dagli altri - ha avuto coraggio e un pizzico di incoscienza la scorsa estate quando ha varato un'autentica rivoluzione. Freschezza e gioventù al primo posto, con investimenti mirati e a basso impatto economico per ragazzi di grande prospettiva che, inseriti in un contesto tattico costruito ad hoc da Grosso, stanno producendo i risultati sperati. Da Giuseppe Caso, che dopo aver trascinato il Cosenza di Bisoli verso un'insperata salvezza di sta esaltando e confrontando nell'idea di calcio offensiva del suo nuovo allenatore, alla scelta di puntare su due giovani attaccanti che si stanno alternando con grandi risultati come Samuele Mulattieri (da ricostruire nello spirito dopo l'annata di Crotone) e Luca Moro, chiamato a confermarsi dopo l'exploit di Catania e il passaggio al Sassuolo. Senza dimenticare altre scommesse intriganti come lo juventino Frabotta o l'interessantissimo centrocampista di scuola Torino Ben Lhassine Kone, passando per i vari Borrelli, Oliveri, Ciervo e Bocic, diamanti purissimi che si sono perfettamente miscelati con gli elementi di maggiore esperienza che hanno completato un organico in grado ora di giocarsela per tutti per i piazzamenti di alta classifica.
I GIUSTI RINFORZI - Lucioni, Sampirisi, Ravanelli e Mazzitelli sono giocatori abituati a frequentare la categoria e a competere per traguardi ambiziosi e rappresentano le altre intuizioni azzeccate di Angelozzi. Che, senza chiedere al presidente Stirpe di ricorrere ad investimenti onerosi, ha ricordato una volta di più che spesso e volentieri, pure nel mercato, la differenza viene fatta dalle idee e dalla competenza. E dalla capacità di saper completare un organico e migliorarlo pur stravolgendolo in maniera funzionale. Come dimostrano i 15 gol sui 17 totali della squadra portati in dote dai volti nuovi di questa stagione. C'è anche questo piccolo segreto dietro un primato in classificato certificato dai numeri.