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    Frosinone, contro l’Inter disfatta sotto ogni fronte. Ma ora è vietato mollare

    Frosinone, contro l’Inter disfatta sotto ogni fronte. Ma ora è vietato mollare

    • Roberto De Luca
    I presupposti per regalarsi una serata da sogno allo Stirpe c’erano tutti. Il filotto di risultati utili consecutivi, la ritrovata compattezza, la voglia di lottare per il grande obiettivo contrapposta all'appagamento nerazzurro da seconda stella. Tanto è vero che la consapevolezza esternata giovedì, in scia a tutte queste componenti, si era presentata come un segnale forte: “Dobbiamo far prevalere le motivazioni​, siamo padroni del nostro destino”, aveva rimarcato Eusebio Di Francesco in conferenza stampa. Il che è ancora vero, in attesa che si completi il turno di campionato per verificare se gli attuali scenari di classifica muteranno. Ma non vi sono dubbi sul fatto che la partita con l’Inter si sia trasformata in una Waterloo per il Frosinone. Sotto ogni fronte: dall’incapacità realizzativa al crollo difensivo, accompagnato dagli spettri di una fragilità mentale già vista e che spaventa a due giornate dal termine della stagione. E allora la domanda sorge spontanea: c’è qualcosa di positivo da trarre dinanzi ad un risultato di questa portata?

    ERRORI - Trovare la risposta diventa esercizio complicato e impone di andare oltre le apparenze. Oltre il vittimismo di chi, forse, si aspettava un trattamento diverso da parte dei rivali neo campioni d’Italia. Una corrente di pensiero diffusa qua e là sui social tra i tifosi giallazzurri. Basterebbe riguardarsi la sfida per rendersene conto: Barella e compagni hanno apparecchiato innumerevoli volte la tavola ai ciociari, commettendo diffusi e grossolani errori in impostazione. Il problema è che la squadra di Di Francesco ha preferito digiunare, peccando terribilmente in termini di concretezza e cattiveria. Non solo a causa dei provvidenziali interventi di Sommer, ma anche e soprattutto per mancanza di precisione quando c’erano i margini per poter far male. Reinier e Cheddira, in tal senso, hanno deluso. E se si sbaglia così tanto, specie al cospetto di un’avversaria già in vacanza ma pur sempre più forte, il conto salato arriva. 

    FATTORE MENTALE - Dalle imprecisioni in zona offensiva ad uno scioglimento inspiegabile a livello difensivo dopo il raddoppio interista, altro passaggio cruciale del match di ieri sera. Perché fino a quel momento, al netto di qualche lettura errata, la linea arretrata aveva fronteggiato bene le azioni imbastite dalla banda Inzaghi. Poi il blackout totale che ha spianato la strada alla marea nerazzurra, culminata con un pokerissimo tutt'altro che vivamente cercato e in cui - nonostante la scontata differenza di valori - il ruolo del Frosinone è stato fin troppo incisivo. Basti pensare che l’Inter ha chiuso l’incontro con una quota xG (gol attesi) pari ad 1,80, il che è tutto dire se confrontato con i 5 schiaffoni oggettivati dalla realtà. E in ogni rete incassata c’è stato lo zampino (o zampone) di Zortea e soci, puniti oltremisura proprio in virtù dei numerosi sbagli commessi. Tra le poche note positive, vedendo spiragli di fiducia, c’è la prova sciorinata da Brescianini. Ultimo ad arrendersi, l’ex Milan (top sprinter del Leone con 11.71 km percorsi) ha giostrato tra i ruoli di mezzala e doppio play, assicurando corsa e qualità nelle due fasi. La sua costante crescita potrebbe essere un elemento incoraggiante in vista delle prossime due finali salvezza.

    DIFRA TRACCIA LA ROTTA - Per il resto, rimane ben poco da conservare. Incluso quel mordente che, in maniera ingiustificata, è venuto meno. Il furore agonistico dell’Inter era palesemente basso, eppure i giallazzurri hanno rimediato un pesante ko persino in termini di contrasti vinti (24 a 34 il confronto con 0 ammoniti). DiFra nel post gara, sollecitato in conferenza su un possibile contraccolpo di questa batosta, ha affermato categoricamente: “Non ci deve essere, il primo obiettivo da domattina è quello di eliminare le scorie del risultato. E ritrovare - come si legge su frosinonecalciomagazine.com - la solidità che non possiamo perdere durante la gara. Nel finale prendere il quinto gol in contropiede, con i due centrali fuori dalla linea, è ingenuo. Con la linea difensiva dove volevamo andare sullo 0-4? Ma questo fa parte del percorso di questa squadra, degli errori di gioventù che bisogna limare nelle prossime partite anche se sono pochine”. Monza e Udinese, ultime tappe di un cammino ad ostacoli che si appresta a conoscere le sue battute conclusive. Azzerare e ripartire, provando a recuperare quelle certezze che avevano caratterizzato i sei confronti precedenti. A cominciare dall’equilibrio difensivo, aspetto prioritario - forse più della vena realizzativa - per il raggiungimento del grande traguardo finale.

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