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    Frey a CM: 'No a Milan e altri tre top club per la Fiorentina. Gli scherzi con Ronaldo, Baggio e l'Inter...'

    Frey a CM: 'No a Milan e altri tre top club per la Fiorentina. Gli scherzi con Ronaldo, Baggio e l'Inter...'

    • Andrea Menon
    Sebastien Frey è uno di quei portieri di cui è impossibile dimenticarsi. Per chi l'ha avuto tra i pali, per chi l'ha tifato, ma anche per cui l'ha vissuto da avversario, ostacolo al raggiungimento di molti sogni di gloria. Stile singolare, inconfondibile nelle parate e nel look, modello di se stesso, con tanta personalità e fame di risultati. E' il quarto giocatore straniero più presente nella nostra Serie A con 446 presenze, distribuite in oltre 15 anni di carriera ad alto livello in Italia (595 totali), dimostrando ogni giorno di essere un vero talento, indispensabile. L'ha scoperto l'Inter, quella di Baggio, Ronaldo e non solo, ma tra Parma e Fiorentina ha trovato la vera consacrazione, togliendosi anche diverse soddisfazioni. Tanti i campioni con cui ha diviso lo spogliatoio, guidati con la sua personalità e con la fascia di capitano al braccio. Questo e molto altro nella nostra intervista esclusiva, rilasciata in diretta Instagram. 

    Circa un anno fa hai raccontato di aver vissuto una malattia che ti ha messo a dura prova, ora il mondo vive la sua. Cosa ti ha aiutato nella lotta?
    "Mi ha aiutato mia moglie, l'unica persona che si è presa cura di me per due mesi. mi sono ritrovato anche paralizzato, sono stati due mesi complicati. Mi ha dato la forza per reagire e venirne fuori. Da atleta quando ti ritrovi a perdere tutto ciò che hai sempre fatto, come lo sport e le attività, è psicologicamente difficile. Ora sto bene, sono felice. Un anno dopo ci capita questo problema che coinvolge tutto il mondo, l'unica cosa che posso dire è stare a casa, portare pazienza. Il peggio sembra passato, con qualche sacrificio ancora potremo tornare alla normalità".

    Il capitolo Inter, quello che ti ha portato in Italia, a 18 anni. Baggio e Ronaldo negli spogliatoi, come ti hanno accolto?
    "Baggio, Ronaldo, Zamorano, Simeone, Djorkaeff e non solo. Fantastico, un anno che mi ha fatto crescere, magnifico. Allenarsi tutti i giorni con questi campioni, ogni allenamento c'erano emozioni bellissime. Ogni allenamento c'era da prendere i popcorn e guardare quando Ronaldo faceva un dribbling o Roberto quando tirava una punizione".

    Ronaldo: tanti dribbling e tanti scherzi.
    "Gli piaceva, soprattutto a Pagliuca. Perché rosicava, nel senso buono, e gli faceva molti scherzi. C'era un bel clima nello spogliatoio. Ronaldo, nonostante la fama e il giocatore unico, era di un'umanità e bontà allucinante".

    Il primo ingresso a San Siro: cosa hai pensato?
    "Wow. Il mio esordio fu contro la Fiorentina, tu pensa, perché Pagliuca venne espulso la partita precedente. Abbiamo vinto 2-0, ho fatto una bellissima partita e quando sono entrato c'erano 60 mila persone che cantavano il mio nome. Bellissimo".

    Baggio ti aiutato anche lontano dallo stesso spogliatoio, è vero?
    "Mi aiutato dal punto di vista umano, dopo il mio infortunio al ginocchio a Firenze. Lui ha avuto un infortunio simile, mi ha dato la forza e mi ha consigliato un percorso, una filosofia di vita come la sua da seguire. Buddismo? Lo seguo ancora, assolutamente, è un percorso personale che mi fa stare bene. Ho chiamato lui perché quando sono arrivato nell'Inter aveva già vinto tutto, il Pallone d'Oro e così via, un campione mondiale, vederlo arrivare sempre solare e sorridente mi ha sempre impressionato".

    Baggio o Ronaldo?
    "Difficile scegliere. Parliamo, oltre al livello calcistico, di due persone anche a livello umano siamo al top".

    Chat e amici delle vecchie squadre?
    "Abbiamo Inter Forever, una chat nostra che usiamo per le partite, è molto divertente, soprattutto quando ci avviciniamo all'evento. Poi con la Fiorentina, con tutti quelli della mia generazione, ci mandiamo qualche battuta, abbiamo personaggi che prendiamo di mira, nel senso buono. Gli ex in giro per il mondo è un bel progetto, mai pensavo di giocare con Klinsmann e Berti, per esempio. E' bello".

    Modello e chi ti assomiglia?
    "Non mi sono mai ispirato a nessuno. Ho sempre detto: 'Sono Seba Frey, diventerò Seba Frey'. Volevo avere le mie caratteristiche. Oggi le rivedo in Oblak, uno dei migliori al mondo, esplosivo, ha reattività sulla linea di porta. Molto bello rivederle. Anche De Gea ne ha di simili".

    Dal Parma alla Fiorentina, anni ricchi di talenti e campioni: da Toni e Mutu a Gilardino e Jovetic. Li sfidavi in allenamento?
    "Sempre. C'erano sfide di tiri in porta o punizioni, ci tenevo con il rapporto che avevamo poi. Mi è sempre piaciuto confrontarmi con i più grandi. Vincevo spesso? Era una bella lotta, parliamo di giocatori importanti".

    Mutu o Jovetic, chi scegli?
    "Dico Mutu, io credo che sia stato più continuo perché non ha avuto tanti infortuni quanti Jovetic, che ne ha subiti tanti al ginocchio e l'hanno condizionato. Adri invece ha potuto fare tanti anni ad alto livello".

    Cambieresti un momento della tua carriera?
    "Nessuno. Ho sempre deciso io e sono molto contento di come è andata. Sono rispettato in tutto il mondo per quello che ho fatto, e mi piace".

    Futuro in Italia?
    "Stavo aprendo una scuola calcio portieri in Italia, ma adesso ci sono tante difficoltà e non voglio chiedere alle famiglie soldi per una settimana di stage. Dal 2021 ci sarà la Seba Frey Academy per i ragazzini. Sono sempre in contatto con la Fiorentina per un po' di progetti, ora sorpresi. Cercheremo di fare qualcosa di bello a Firenze".

    Hai rifiutato squadre importanti?
    "Quando ero a Parma ho rifiutato Bayern Monaco, Arsenal e Chelsea. Alla Fiorentina ho detto no a Milan e Bayern Monaco, ma ho scelto con il cuore. Noi facevamo la Champions, abbiamo portato le proposte alla Fiorentina e loro si sono comportati da signori, mi hanno detto: 'Capiamo che sei un grande giocatore, ti proponiamo un contratto da grande giocatore'. E visto che ci eravamo sudati tutto, ne andavo fiero".

    Litigi con compagni di squadra?
    "Andavo d'accordo più o meno con tutti. In partita c'erano e ci stavano, con tanto rispetto, senza mai andare oltre, ma finivano lì".

    Il compagno più simpatico?
    "Lupatelli. Un portiere che ha fatto una bella carriera, era il mio secondo a Firenze, era davvero bravo. Non vedevamo l'ora di finire gli allenamenti e vedere cosa ci avrebbe combinato per farci ridere negli spogliatoi. Dopo una partitella, c'era Liverani che odiava perdere, un giorno la perse male. Lupatelli entrò negli spogliatoi e con il cerotto fece per terra la scena di un omicidio, con tutti i suoi vestiti e le cose tipo 'attenzione'. Siamo rientrati e ho pianto dalle risate. Pure Liverani, che era infuriato, si è messo a ridere. Lui non ci faceva pesare niente, vero uomo spogliatoio".

    Nella nostra gallery la Top 11 di Frey!

    Le migliori parate, la vittoria ad Anfield, ma anche l'iniziativa Onlus e il rapporto con gli arbitri. L'intervista completa nel nostro video:


     
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