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Francia, nuovi orizzonti di prevenzione. E l'Italia rimane indietro...
In questo periodo la contraccezione riveste un ruolo fondamentale: la pillola anticoncezionale è stata una delle scoperte scientifiche e delle innovazioni sociali più importanti del ‘900.
Per la maggior parte delle donne questi farmaci offrono benefici che superano di gran lunga il basso rischio di effetti indesiderati gravi.
Essendo quindi necessaria l’assunzione, per molte di queste, il prezzo da pagare talvolta non è rilevante; non tutte, però, hanno la disponibilità economica di acquistare regolarmente l’anticoncezionale, riducendo quindi la possibilità di prevenire la gravidanza ma anche diverse malattie.
Questo è, purtroppo, ciò che avviene in Italia dove il medicinale non è affatto gratuito.
Attualmente la sanità pubblica copre le spese della contraccezione fino a 18 anni.
Da poco tempo invece la Francia ha superato questo “ostacolo”.
Il ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha annunciato che sarà innalzata a 25 anni l'età entro la quale lo Stato si fa totalmente carico delle spese di contraccezione delle donne.
É inaccettabile secondo il ministero della salute francese il fatto che ci sia un calo della contraccezione da parte di alcune giovani, e che il primo motivo sia quello finanziario.
Il limite è stato fissato a 25 anni in quanto è un'età che corrisponde, in termini di vita economica, sociale e di reddito a una maggiore autonomia.
Secondo il ministro Véran, il provvedimento annunciato sarà operativo dal 1 gennaio 2022 e avrà un costo di 21 milioni di euro per le casse dello Stato: prevederà la copertura della contraccezione in tutte le sue forme compresi gli esami biologici e il consulto per la prescrizione.
Ebbene sì, non sono spicci. Soldi spesi bene, però, in quanto è evidente l’assurdità per le donne nel non potersi proteggere da una gravidanza indesiderata poiché costa troppo.
Dal 2013 le ragazze dai 15 ai 18 anni, in Francia, dispongono della contraccezione gratuita; norma estesa poi dal 2020 anche alle minori di 15 anni.
Tuttavia, essa non prevedeva che venissero rimborsati tutti i tipi di contraccezione, da alcuni tipi di pillole, ai cerotti ormonali, ai preservativi che venivano quindi pagati interamente.
Lo scopo della misura attuata in Francia risulta utile a fare in modo che tutte le donne, qualunque sia la loro posizione economica, possano permettersi di avere rapporti sicuri. Una vera e propria “norma di civiltà”.
L’Italia è ancora indietro nell’accesso e nella diffusione della contraccezione. Su quarantacinque paesi europei, il nostro Paese si posiziona al 26° posto nella classifica, vicina a paesi come la Turchia e l’Ucraina.
L’arretratezza, in questo ambito, è causata molto dalla mancanza d’informazioni istituzionali sulle tecniche contraccettive, ma ancora di più dalla quasi totale assenza di politiche per il rimborso dei contraccettivi o per la loro distribuzione gratuita.