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Mbappé è un fenomeno, la Francia manda a casa una piccola Argentina
Uno strepitoso Kylian Mbappé trascina la Francia contro l'Argentina e promuove la squadra di Didier Deschamps ai quarti di finale del Mondiale. Autore di una doppietta, l'attaccante del Paris Saint Germain provoca anche il rigore del momentaneo 1-0 e vince alla grande il duello tra numeri 10 contro un Messi nuovamente lontano parente del giocatore di Barcellona. A Kazan finisce 4-3 e termina, senza grandi sorprese, l'avventura in Russia dell'Albiceleste.
Deschamps non sorprende nelle scelte, insistendo sul 4-3-3 ibrido visto nelle ultime uscite, con lo juventino Matuidi a galleggiare tra centrocampo e attacco e Giroud riferimento principale dell'attacco, affiancato da Griezmann e Mbappé; Sampaoli cambia ancora, utilizzando Messi come falso nueve, assistito da Di Maria e Pavon e con Perez ancora a centrocampo al posto di Biglia, con Banega e Mascherano a completare il reparto. Si intuisce da subito che l'arma francese in grado di far saltare il banco sia l'incredibile velocità di Mbappé, che sfrutta a meraviglia la disastrosa fase difensiva dei sudamericani e, dopo aver provocato una punizione spedita sulla traversa da Griezmann, si procura il rigore (fallo di Rojo) trasformato sempre dal giocatore dell'Atletico Madrid (13'). La partita è in totale controllo del Bleus, ma l'Argentina ha risorse insperate e al 41° Di Maria trova un sinistro magnifico dalla distanza che vale il pareggio.
A inizio ripresa, Sampaoli prova a correre ai ripari togliendo Rojo, ammonito, per inserire il romanista Fazio; passano pochi minuti e l'Argentina si trova addirittura in vantaggio, grazie alla fortunosa deviazione di Mercado sul tentativo di Messi. La Francia ha però talento da vendere e soprattutto sa di avere di fronte un avversario tremendamente fragile; in 9 minuti, una prodezza di Pavard e una doppietta della nuova stella del Mondiale (era da Pelé, nel 1958, che un teenager non realizzava almeno due gol in una Coppa del Mondo) valgono il controsorpasso e il momentaneo 4-2. L'Argentina inserisce Aguero e Meza, ma l'assalto finale produce soltanto l'inutile terza rete del Kun, a tempo quasi. Vince giustamente il talento e la maggiore organizzazione della Francia, torna a casa un'Argentina a fine ciclo e in totale confusione.
Deschamps non sorprende nelle scelte, insistendo sul 4-3-3 ibrido visto nelle ultime uscite, con lo juventino Matuidi a galleggiare tra centrocampo e attacco e Giroud riferimento principale dell'attacco, affiancato da Griezmann e Mbappé; Sampaoli cambia ancora, utilizzando Messi come falso nueve, assistito da Di Maria e Pavon e con Perez ancora a centrocampo al posto di Biglia, con Banega e Mascherano a completare il reparto. Si intuisce da subito che l'arma francese in grado di far saltare il banco sia l'incredibile velocità di Mbappé, che sfrutta a meraviglia la disastrosa fase difensiva dei sudamericani e, dopo aver provocato una punizione spedita sulla traversa da Griezmann, si procura il rigore (fallo di Rojo) trasformato sempre dal giocatore dell'Atletico Madrid (13'). La partita è in totale controllo del Bleus, ma l'Argentina ha risorse insperate e al 41° Di Maria trova un sinistro magnifico dalla distanza che vale il pareggio.
A inizio ripresa, Sampaoli prova a correre ai ripari togliendo Rojo, ammonito, per inserire il romanista Fazio; passano pochi minuti e l'Argentina si trova addirittura in vantaggio, grazie alla fortunosa deviazione di Mercado sul tentativo di Messi. La Francia ha però talento da vendere e soprattutto sa di avere di fronte un avversario tremendamente fragile; in 9 minuti, una prodezza di Pavard e una doppietta della nuova stella del Mondiale (era da Pelé, nel 1958, che un teenager non realizzava almeno due gol in una Coppa del Mondo) valgono il controsorpasso e il momentaneo 4-2. L'Argentina inserisce Aguero e Meza, ma l'assalto finale produce soltanto l'inutile terza rete del Kun, a tempo quasi. Vince giustamente il talento e la maggiore organizzazione della Francia, torna a casa un'Argentina a fine ciclo e in totale confusione.