2016 Claudio Villa - Inter
Fra Manfredonia e le meteore, brilla la stella di Mancini
ROBERTO MANCINI, 1964, detto Mancio, ex centrocampista-attaccante di Bologna, Sampdoria, Lazio, Leicester. Allenatore attualmente disoccupato, ex Fiorentina, Lazio, Inter, ( 2 volte), Manchester City, Galatasaray.
Esordì n serie A a 16 anni il 13 sttembre 1981 in Bologna- Cagliari. Ha vinto la Coppa Italia 6 volte da calciatore e 4 da allenatore (anche se in quella con la Fiorentina gran parte del merito va al suo predecessore Terim. Mancini infatti fu in panchina soltanto nella finale). Risulta anche il giocatore con più presenze (120) nella manifestazione.
E' il giocatore col maggior numero di presenze (566) e reti (173) nella Sampdoria.
Come calciatore ha vinto 2 scudetti (Sampdoria e Lazio), 2 Coppe delle Coppe (Samp 1989-90 e Lazio 1998-99). Come allenatore ha vinto 2 scudetti (più uno a tavolino) con l'Inter e una Premier League col Manchester City
L'inizio della sua carriera da Mister, nel marzo 2001 fu subito contrassegnata da polemiche. Sostituì Terim sulla panchina della Fiorentina pur non avendo il patentino, grazie ad una deroga concessagli dal commissario straordinario della Federcalcio. Gianni Petrucci e contro il parere dell'Associazione Allenatori. Si fece così la fama di “raccomandato”
Lo scorso anno tenne banco la sua vicenda con Sarri.
"Battibecco? Domandate a Sarri, che è un razzista. Io dico che uomini come lui non possono stare nel modo del calcio. Sarri ha usato parole razziste: Avevo chiesto solo al quarto uomo il perché dei cinque minuti di recupero e lui ha iniziato a inveire contro di me, dandomi del 'frocio' e 'finocchio'. Ha 60 anni e si deve vergognare, questo episodio cancella tutto. È una vergogna, uno che si comporta così in Inghilterra non vedrebbe più il campo”
Peccato che non la pensasse così anche quando il suo Mihajlovic dava del «bastardo negro» e della «scimmia di merda» a Vieira in Lazio-Arsenal, «Nel corso di una partita, l'agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L'importante è che tutto finisca lì». E davanti allo striscione di San Siro “Napoli fogna d'Italia”: «Era solo uno sfottò, come ce ne sono ogni domenica su tutti i campi. Non è stato bello leggere certe scritte, ma non si è trattato di una cosa così grave».
E' contrario agli “oriundi” in nazionale“Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo che non lo meriti”
E però candidato alla panchina di CT della nazionale inglese.
Nel maggio scorso il tribunale di Roma lo ha assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta per comcorso in bancarotta fraudolenta, relativa al fallimento della Img Costruzioni. La procura aveva chiesto la condanna a 3 anni e mezzo di reclusione. Secondo i giornali gossippari la sua avvocatessa sarebbe anche la sua nuova fiamma
Compie invece 60 anni LIONELLO MANFREDONIA, 1956, ex libero, stopper e mediano di Lazio, Juventus, Roma. Attualmente è responsabile del settore giovanile del Brescia. Coi bianconeri ha vinto lo Scudetto 1985-86 e la Coppa Intercontinentale 1985. Nel 1980 fu coinvolto nel calcio-scommesse e squalificato per 3 anni e mezzo. Beneficiò del condono (2 anni) per la vittoria del Mondiale 1982. «È stato un periodo abbastanza doloroso durante il quale, però, sono riuscito a laurearmi (in giurisprudenza NdR); inoltre, ho continuato gli allenamenti, come se nulla fosse accaduto cosicché, una volta rientrato, ero a posto anche dal punto di vista fisico. Sicuramente non è stato facile, per cui non auguro a nessuno di trovarsi in una simile situazione. È stato un incidente di percorso. Frequentazioni sbagliate, personaggi discutibili. Come tanti miei compagni della Lazio, anch’io andavo al ristorante di Alvaro Trinca. Sono finito anch’io nella rete, senza grandi responsabilità. Non ho mai scommesso sui risultati della mia squadra, per esempio. Ma la mia difesa è servita a poco: mi sono beccato una lunga squalifica. Questo è quello che conta».
Il suo passaggio alla Roma, nel 1987, alla Roma fu fortemente contestato, per il suo passato laziale,dai tifosi giallorossi, che fondarono anche, in Curva Sud, il GAM, Gruppo Anti Manfredonia. “Tornai a Roma e forse sbagliai maglia, però, non rinnego assolutamente il mio passato. In quella circostanza, ho agito da professionista. Forse, non ho rispettato il sentimento della tifoseria e di questo me ne pento un pochino. Me ne andai dalla Juve per colpa del mio orgoglio e anche di Boniperti, che mi propose di rinnovare il contratto stagione per stagione. Io avevo già superato la trentina e pretendevo un contratto triennale, quando me lo propose la Roma, accettai».
Il 30 dicembre 1989 durante Bologna-Roma, con la temperatura a meno 5, ebbe un arresto cardiaco.
Gli esami clinici successivi appurarono tuttavia che non si era trattato di infarto. “Quella domenica faceva molto freddo ed io avevo un po’ di febbre. In più, avevo accumulato quantità enorme di stress, senza dimenticare che poco tempo prima era morta mia madre. Credo che sia stato un insieme di cause perché mai prima di quel giorno avevo avuto problemi cardiaci, né di altro tipo. Devo la vita al fatto che ci fosse un defibrillatore a bordo campo, fatto eccezionale per quell’epoca.”
Chiuse quindi la carriera a soli 33 anni “Avevo programmato di giocare due-tre anni all'estero, ma, purtroppo, sono stato costretto a dover interrompere in maniera brutale la mia carriera”.
Vanta solo 4 presenze in Nazionale, perché durante i Mondiali argentini del 1978 litigò con Bearzot «A tradirmi fu la mia impulsività. Bearzot mi aveva convocato per la prima volta nel 1977 e mi aveva portato al Mondiale in Argentina, spiegandomi che sarei stato la riserva di Bellugi. Quando Bellugi si infortunò, il mister fece però entrare Cuccureddu, io ci rimasi male e lo affrontai a muso duro. “Non sono venuto sin qui per fare il turista”, gli dissi, “e in avvenire eviti di convocarmi se poi non mi fa giocare”. Lui mi prese in parola e la mia breve esperienza azzurra si chiuse».
FABIO TRICARICO, 1969, ex centrocampista di Trapani, Inter, Castel di Sangro, Breno, Centese, Mantova, Spezia, Empoli, Torino, Sampdoria, Monza, Renate, Rhodense
Attualmente fa il fa il talent-scout per una società inglese, ma è stato anche, ad insegnare calcio ai bambini, in Iraq, a Ebril, in Iraq, 100Km ad est di Mosul, 100Km ad est dalla guerra. «All’inizio ero un poco preoccupato: per le notizie che si ascoltano e che si leggono, ma anche perché avevo visto che Mosul, una delle città in mano all’Isis, è a soli 80 chilometri... Però, per fortuna, a Erbil la guerra non c’è: è una cosa che percepisci perché è vicina, perché la città è piena zeppa di uomini armati e perché è nei racconti quotidiani della gente. Sì, anche dei bambini... Ecco, sono orgoglioso di aver dato il mio contributo per regalare un po’ di serenità a gente che vede cose brutte e che, tuttavia, è piena di entusiasmo. Qui c’è una pazzesca voglia di calcio, però scarseggiano del tutto le basi tecniche. In quei tre mesi sono stato benissimo. Sono stato accolto dai curdi eccezionalmente, quasi come un figlio”. All’inizio erano 180 i bambini, dai 6 ai 16 anni. Alla fine erano 250. Ovviamente le basi tecniche sono scarse, ma il carattere e l’impegno che i ragazzini ci mettono è qualcosa di straordinario. Hanno ‘fame’ e il carattere, spesso, vale molto più delle qualità tecniche”. “Ci allenavamo la sera dalle 21 alle 23. Di giorno era impossibile. La temperatura raggiunge i 45-50 gradi. Mentre eravamo sul campo si vedevano elicotteri e aerei a bassa quota. Io ero terrorizzato. Gli allenatori curdi che erano con me mi prendevano in giro i primi giorni, dicendo ‘a terra, bombardano’. Poi non ci sono più cascato’
BUON COMPLEANNO anche a:
BRUNO ALVES, 1981, difensore portoghese del Cagliari e della Nazionale lusitana, ex Farense, Vitoria Guimaraes, AEK Atene, Porto, Zenith, Fenerbahçe
ANDREY GALABINOV, 1988, attaccante bulgaro del Novara, Viene da una famiglia di pallavolisti. Arrivò in Italia a 17 anni, al seguito del padre, allenatore della Pallavolo Modena
DANIELE FERRI MARINI, 1990, ala sinistra del Gubbio
MICHELE DE AGOSTINI, 1983, terzino sinistro del Pordenone
ANDREA DE VITO, 1991, terzino sinistro del Messina
PAOLO PELLICANO', 1995, terzino sinistro del Venezia
SALVATORE GAMBINO, 1983, attaccante tedesco del Wesfalia Rhynerm, ex Trapani, Gubbio, Grosseto
VALERIO MAJO, 1952, ex centrocampista di Pescara, Catania, Taranto, Palermo, Napoli, Catanzaro, Bari
Per la categoria METEORE
GABRIEL HAUCHE, 1986, attaccante argentino del Tijuana (Messico), 1 presenza nel Chievo da gennaio a giugno 2013
NICOLAS LASPALLES, 1971, ex difensore francese. 5 presenze nel Lecce nel 2003