
Forza Stefano! Le vittorie, i record e quel gol di Maradona che proprio a Tacconi non può andare di traverso
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Tra il 1970 e il 1980 gioca nelle giovanili di Spoleto e Inter, per poi militare nella prima parte di carriera in Pro Patria, Livorno e Sanbenedettese in prestito. Nel 1980 arriva la chiamata dell’Avellino, dove gioca reinventando anche il ruolo: un Neuer ante litteram.


Tre anni dopo, la chiamata della Juventus, con un certo Dino Zoff da sostituire: “ho cercato con la mia spavalderia di far dimenticare il suo mito”. Nove anni con i bianconeri, due scudetti, una Coppa Italia e affermazioni in tutte e cinque le competizioni internazionali allora esistenti: come lui solo Vitor Baia.
La punizione di Maradona: un onore subire un gol del genere. Tacconi sostiene di dovere gran parte della sua popolarità a quella rete, subita il 3 novembre 1985. Nella storia.

Dopo la Juve, Tacconi ha giocato nel Genoa prima di chiudere la carriera, ma i tifosi italiani lo ricordano soprattutto con la maglia bianconera a difendere i pali della Vecchia Signora.

La Coppa Intercontinentale conquistata l'8 dicembre del 1985 contro l'Argentinos Juniors.

Sempre 1985, qualche mese prima: la Coppa dei Campioni vinta all'Heysel, nel giorno della tragedia lenita con il trofeo.

In Nazionale non riesce ad affermarsi come nella Juve, “eccellente vice” di Zenga dal 1987 al 1991, vivendo le Notti Magiche di Italia '90 al fianco di Totò Schillaci.


Dopo il ritiro, Tacconi ha partecipato a vari programmi televisivi e film, come Amore, bugie e calcetto in cui ha interpretato se stesso. Sempre vicino alle vicende bianconere, è editorialista de IlBianconero.com