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Football Leaks: quando il Real Madrid voleva offrire a Amazon il database da 600 milioni di follower
Quella che abbiamo tratteggiato per sommi capi è una delle storie rivelate nei giorni scorsi grazie alla nuova ondata dei Football Leaks. E in tale ondata il Real Madrid è stato fatto oggetto di particolari attenzioni grazie agli articoli pubblicati dal sito di giornalismo investigativo spagnolo infoLibre, entrato di recente nel circuito European Investigative Collaborations (EIC) che dal 2016 tratta e divulga le informazioni sui retroscena meno edificanti del calcio globale. Tutto ciò avviene mentre a Lisbona, presso il Campus da Justiça, prosegue il processo contro Rui Pinto, il whistleblower da cui tutto è partito e che nel frattempo ha assunto lo status di testimone sotto protezione. Giusto nella giornata di ieri il processo ha affrontato un passaggio sconcertante, che ancora una volta proietta delle ombre sulla costruzione delle accuse rivolte a Rui Pinto. Durante l'udienza del 19 gennaio è stata infatti chiamata a deporre Aida Freitas, ispettrice della Polìcia Judiciaria che era presente in incognito quando si è consumato l'episodio che ha motivato oltre un anno e mezzo di carcerazione preventiva per Rui Pinto: la presunta tentata estorsione ai danni di Doyen Sports Investments. In aula Aida Freitas ha candidamente dichiarato di aver firmato assieme al collega Hugo Freitas il verbale in cui si riferiva dell'episodio, ma senza averlo letto. Risultato: da ieri l'ispettrice è ufficialmente indagata.
Tornando alla vicenda del tentato aggancio fra Real Madrid e Jeff Bezos, i dettagli riferiti nel lungo articolo di infoLibre sono numerosi. Come detto all'inizio, la manovra è guidata da José Ángel Sánchez Periáñez. Che nella mappa del potere madridista è un personaggio chiave, l'uomo di maggior fiducia per Florentino Pérez. Non per nulla, in un articolo di El Periodico lo si definisce “el otro dueño del Madrid”.
Classe 1967, laureato in Lettere e Filosofia, Sánchez Periáñez è stato fra il 1992 e il 1995 direttore commerciale di Sega, la marca giapponese di videogiochi. Dunque conosce molto bene i meccanismi dell'economia dell'entertainment e mantiene le amicizie giuste nel settore. E amici altrettanto influenti può vantare il Real Madrid, che non per nulla è il club più potente al mondo. Fra quelli che dall'articolo vengono menzionati come consiglieri di una strategia di avvicinamento al boss di Amazon c'è il colombiano Orlando Ayala, ex vicepresidente di Microsoft. Ma la pedina più influente che il Real prova a mobilitare, come riferisce l'articolo di infoLibre, è il patrigno di Jeff Bezos. Si chiama Mike Bezos, è un cittadino cubano trapiantato dall'età di 16 anni negli Usa, dove ha lavorato per 32 anni presso il colosso petrolifero Exxon. A avvicinare Mike Bezos sarebbe stato Ayala, in una fase che vede il Real accelerare per realizzare l'approccio a Amazon. Fra l'altro Mike Bezos, che dal 2000 è a capo della Fondazione Bezos, già nel 2013 era entrato in contatto col Real Madrid. In quella circostanza, riferisce infoLibre, la Fondazione Real Madrid lo ha ospitato e omaggiato come soggetto degno della massima riverenza. Dunque un altro amico sicuro, in vista della realizzazione del piano.
La manovra ha dato frutti? Non esiste una risposta. L'articolo di infoLibre è corredato delle domande cui né il Real Madrid né Amazon hanno risposto. Possono essere rilevate soltanto alcune indicazioni, come le produzioni di Amazon Prime dedicate al madridismo come “Campo delle Stelle” e “Il cuore di Sergio Ramos”. Ciò che di per sé non è indizio di accordi dal respiro più ampio. Dunque rimane il dubbio irrisolto: il Real Madrid ha passato o no i dati della sua sterminata massa di follower al colosso dell'ecommerce globale? Un interrogativo pesante, cui una risposta sarebbe dovuta.
@pippoevai