Fontana a CM: 'Ecco perché chi prende Mihajlovic fa un affare'
Da un palo all’altro, da nord a sud, in un viaggio itinerante, prima della sosta definitiva. Oltre vent’anni di carriera, raccolti nei guantoni di Alberto Fontana, uno di quei portieri che oggi non faticherebbe a conquistare una maglia da titolare in un club di medio-alta classifica di Serie A. Quello stesso torneo che oggi ancora lo coinvolge, ma solo da spettatore. Allora via con le italiane in giro per il vecchio continente, con Europa legaue e Champions che potrebbero rilanciare ambizioni e progetti legati alle realtà calcistiche nostrane, nella chiacchierata che ha concesso a Calciomercato.com: "Stiamo trasmettendo un messaggio positivo dopo anni parecchio complicati. La crescita mi sembra evidente e in tal senso parlerei dell’impresa del Napoli. Non era facile prevalere su una squadra ben attrezzata e organizzatissima come il Wolfsburg, eppure gli azzurri sono stati perfetti. Bene anche la Fiorentina, così come la Juventus, c’è da essere assolutamente soddisfatti per quanto visto fino a oggi, speriamo di continuare così".
Protagonisti in Europa, Benitez e Montella, due allenatori che per certi versi si somigliano, sono però entrambi in difficoltà in campionato: è solo un caso o c’è una spiegazione?
"Il campionato italiano non è il più bello ma è sicuramente il più difficile del mondo. Altrove il risultato è scontato, quando le prime della classe incontrano le ultime non c’è storia, mentre qui, se non sei concentrato al massimo, rischi di perdere contro chiunque. Solo la Juventus non corre questo rischio perché è troppo superiore rispetto a tutte le altre. In campo internazionale, incontri squadre disposte a giocarsela e quindi, una squadra come il Napoli, può esprimersi al meglio, ma quando ti trovi a dover fare i conti con le piccole, spesso sono dolori".
Capitolo ritiro: può essere davvero utile o alla lunga è deleterio?
"Da calciatore il ritiro era davvero pesante ma la società ha il diritto di imporlo. Per me non era il massimo, non risolveva granché, soprattutto quando la situazione era già compromessa. Non è un mezzo utile, non sposta gli equilibri".
Si è dichiarato contrario Benitez che dal prossimo anno potrebbe essere sostituito da Mihajlovic: il serbo è pronto per il grande salto?
"Confesso di avere un debole per Sinisa, è uno tosto, ha grande personalità, è un allenatore che se deve mandarti a quel paese non ci pensa due volte e per gestire un gruppo di venticinque/trenta giocatori, non si può essere troppo morbidi. Non so se andrà al Napoli ma chi lo prende fa un grande affare".
Da Napoli a Milano, per parlare di Inter: che piega può prendere il nuovo corso targato Thohir?
"Un primo segnale forte è arrivato e chiaramente mi riferisco al ritorno di Mancini. Adesso i giocatori devono dimostrare di meritarsi una maglia così importante. Se giochi nell’Inter devi fare la differenza, non è una squadra come un’altra. Non è sufficiente essere un buon giocatore per indossare una casacca così gloriosa".
Oggi Fontana che rapporto ha con il suo vecchio calcio?
"Non faccio più parte di quel mondo, ma la passione che avevo da bambino per questo sport è rimasta intatta".