Getty Images
Fonseca in semifinale: non è la Champions, ma è ancora la Roma l'unica a dare speranza al calcio italiano
La Roma è di nuovo in una semifinale di Coppa. Tre anni fa era la Champions, stavolta l’Europa League, ma se il prestigio della competizione non è lo stesso, lo è il peso, l’importanza e la speranza per tutto il calcio italiano che deve sentirsi un po’ meno deluso dopo questa qualificazione. La squadra di Fonseca ha eliminato l’Ajax, rischiando qualcosa solo dopo l’1-0 di Brobbey, che l’avrebbe comunque qualificata, ma recuperando il risultato con il pareggio di Dzeko. Non è stata una partita tecnicamente memorabile, la Roma l’ha impostata pensando al 2-1 dell’andata, ma ha sofferto poco, molto poco. E ha avuto subito la forza di riprendersi e di pareggiare. E’ un risultato che rende più appagante la stagione dei giallorossi, arrivati dove nessun’altra italiana si è avvicinata. Ora, col Manchester di Pogba, saranno due battaglie.
AVVIO GIALLOROSSO - La Roma ha iniziato meglio. Dopo 5' Pellegrini si è costruito in contropiede una buona occasione, ma l’ha conclusa con un sinistro fiacco, centrale e parato facilmente da Stekelenburg. Tre minuti dopo Veretout ha segnato in fondo all’azione più bella della gara (attacco di Calafiori, rifinitura di Dzeko), però in posizione di fuorigioco. E’ stato chiaro fin dall’inizio lo sviluppo di questa partita: la palla all’Ajax (74% di possesso al 45'), lo spazio alla Roma. Nessuna delle due però ha saputo sfruttare un’impostazione così nettamente divisa della gara. Se non fosse stato per due errori di concetto e di tecnica (Pau Lopez) e di tecnica (Ibanez), gli olandesi nel primo tempo non avrebbero creato niente di niente nonostante quel continuo, estenuante e soprattutto sterile possesso palla. Pau Lopez ha sbagliato un’altra volta con i piedi: palla agganciata da Antony, messa sul destro di Klaassen e respinta miracolosamente da Diawara, respinta che valeva un gol. Ora, con tutta la stima che si può avere di un portiere che all’andata ha salvato la vittoria della Roma almeno in quattro occasioni (rigore di Tadic compreso) e alla luce dei fatti la sua qualificazione, ma perché insistere con i piedi? Benedetto ragazzo, sai che i tuoi arti più evoluti sono quelli superiori, lascia perdere quelli inferiori, rinvia lungo e buona notte. Ma ormai questa forzata costruzione dal basso è diventata la storiella scema della stagione. Il secondo errore, quello di Ibanez (per il resto sempre molto attento), è stato uno sciagurato passaggio orizzontale intercettato dal centrocampo dell’Ajax che si è rovesciata nell’area romanista ma che, per fortuna di Pau Lopez, si è conclusa con un tiro debole e centrale di Tadic parato dal portiere spagnolo.
SENZA MKHITARYAN - Rispetto all’andata, tre cambi per Fonseca, i primi due forzati, entrambi sulle fasce, Calafiori per l’infortunato Spinazzola e Karsdorp per lo squalificato Bruno Peres, oltre Mkhitaryan per Pedro. L’armeno è stato l’uomo in meno della Roma: per oltre 70' mai uno spunto, un guizzo, un recupero, un passaggio ben fatto, niente di tutto questo da parte del giocatore più tecnico della Roma. Alla fine del primo tempo Mkhitaryan era il romanista col minor numero di palloni toccati, appena 13. Condizione ancora da rivedere. Quasi lo stesso si può dire di Veretout, anche lui non brillantissimo. Quando la Roma, appoggiandosi a Dzeko, aveva la possibilità di ripartire, il centrocampo non accompagnava mai l’azione. E’ successo solo una volta, con la rete annullata al francese, poi basta.
IL CAMBIO DI BROBBEY... - Erano invece due le sostituzioni, sempre rispetto ad Amsterdam, per Ten Hag: il portiere, dentro l’ex giallorosso Stekelenburg per il giovane e un po’ tenero Scherpen, e il terzino destro, Klaiber, per lo squalificato Rensch. Klaiber si è fatto male dopo 20' (problema muscolare per un recupero su Dzeko), è entrato Schhurs come difensore centrale e Timber si è allargato a destra. Sarà il primo cambio vantaggioso perché Schuurs farà l’assist dell’1-0 dell’Ajax e perché con i suoi centimetri toglierà alla Roma l’opzione del lancio alto e lungo per Dzeko: di testa saranno tutte sue. Ma la vera sostituzione decisiva è arrivata a inizio ripresa quando Ten Hag ha messo il Lukaku di Amsterdam, Brian Brobbey. Dai suoi attaccanti esterni non aveva avuto alcun segnale positivo (ma nemmeno dall’enfant prodige Gravenberch, né da Klaassen), così ne ha tolto uno, Antony, ha spostato Tadic a sinistra, Neres a destra e piazzato quella montagna di muscoli al centro dell’attacco.
...E LA RETE DI BROBBEY - Diciannove anni, non solo forza fisica, scatti e sportellate, ma anche tecnica e furbizia. Sono bastati tre minuti e mezzo a Brobbey per segnare il gol che ha cambiato la partita, un gol che la difesa della Roma non poteva e non doveva prendere in quel modo. E’ stato sufficiente un lancio lungo di Schuurs, Brobbey ha fulminato Cristante sullo scatto e Pau Lopez con un pallonetto in uscita. La squadra di Fonseca ha accusato il colpo, si era illusa di poterla chiudere col tran tran del primo tempo, invece Brobbey l’ha messa in crisi almeno per una decina di minuti. Ed è stato ancora il giovane centravanti olandese, con un tiro respinto centralmente da Pau Lopez e ricacciato in rete da Tadic, a spingere l’Ajax sul 2-0, e quindi qualificarlo alle semifinali. Per il disastroso arbitro inglese Taylor era un gol regolare, per fortuna della Roma il suo connazionale Attwell lo ha richiamato al monitor e gli ha fatto notare un fallo netto di Tagliafico su Mkhitaryan a inizio azione. Il risultato è tornato sullo 0-1, con la Roma sempre qualificata. Mancini si è fatto ammonire per proteste e salterà la semifinale col Manchester United: una sciocchezza.
IL PARI DI DZEKO - E finalmente, Edin. Si era spento durante la partita, ma quando la Roma è tornata in sé, intorno a metà ripresa, il centravanti più discusso (a Trigoria e dintorni) della stagione ha piazzato il colpo del campione. L’azione è stata bella e veloce, iniziata con qualità da Cristante, ma soprattutto accompagnata da mezza squadra. Cristante è uscito bene dalla sua area, palla a Mkhitaryan, autore dell’unica cosa bella della sua partita, il lancio al volo per Calafiori che ha spinto forte sulla sinistra, Timber nel tentativo di chiuderlo è scivolato, il cross del giovanissimo esterno è stato deviato da Gravenberch e Dzeko l’ha toccato in rete. Due belle azioni della Roma, due gol (il primo di Veretout annullato) e due volte questo ragazzino del 2002, il romano Riccardo Calafiori, protagonista. Bravo. Poi Dzeko è uscito, ma al suo posto è entrato un vivacissimo Borja Mayoral che ha lottato su ogni pallone. Taylor, altro errore pesante, ha fermato un clamoroso contropiede della Roma per ammonire Tagliafico e un altro contropiede pazzesco, quattro contro due, è stato sbagliato nell’ultimo passaggio da Pedro. Ma andava bene, benissimo, anche l’uno a uno.
:(actionzone) AVVIO GIALLOROSSO - La Roma ha iniziato meglio. Dopo 5' Pellegrini si è costruito in contropiede una buona occasione, ma l’ha conclusa con un sinistro fiacco, centrale e parato facilmente da Stekelenburg. Tre minuti dopo Veretout ha segnato in fondo all’azione più bella della gara (attacco di Calafiori, rifinitura di Dzeko), però in posizione di fuorigioco. E’ stato chiaro fin dall’inizio lo sviluppo di questa partita: la palla all’Ajax (74% di possesso al 45'), lo spazio alla Roma. Nessuna delle due però ha saputo sfruttare un’impostazione così nettamente divisa della gara. Se non fosse stato per due errori di concetto e di tecnica (Pau Lopez) e di tecnica (Ibanez), gli olandesi nel primo tempo non avrebbero creato niente di niente nonostante quel continuo, estenuante e soprattutto sterile possesso palla. Pau Lopez ha sbagliato un’altra volta con i piedi: palla agganciata da Antony, messa sul destro di Klaassen e respinta miracolosamente da Diawara, respinta che valeva un gol. Ora, con tutta la stima che si può avere di un portiere che all’andata ha salvato la vittoria della Roma almeno in quattro occasioni (rigore di Tadic compreso) e alla luce dei fatti la sua qualificazione, ma perché insistere con i piedi? Benedetto ragazzo, sai che i tuoi arti più evoluti sono quelli superiori, lascia perdere quelli inferiori, rinvia lungo e buona notte. Ma ormai questa forzata costruzione dal basso è diventata la storiella scema della stagione. Il secondo errore, quello di Ibanez (per il resto sempre molto attento), è stato uno sciagurato passaggio orizzontale intercettato dal centrocampo dell’Ajax che si è rovesciata nell’area romanista ma che, per fortuna di Pau Lopez, si è conclusa con un tiro debole e centrale di Tadic parato dal portiere spagnolo.
SENZA MKHITARYAN - Rispetto all’andata, tre cambi per Fonseca, i primi due forzati, entrambi sulle fasce, Calafiori per l’infortunato Spinazzola e Karsdorp per lo squalificato Bruno Peres, oltre Mkhitaryan per Pedro. L’armeno è stato l’uomo in meno della Roma: per oltre 70' mai uno spunto, un guizzo, un recupero, un passaggio ben fatto, niente di tutto questo da parte del giocatore più tecnico della Roma. Alla fine del primo tempo Mkhitaryan era il romanista col minor numero di palloni toccati, appena 13. Condizione ancora da rivedere. Quasi lo stesso si può dire di Veretout, anche lui non brillantissimo. Quando la Roma, appoggiandosi a Dzeko, aveva la possibilità di ripartire, il centrocampo non accompagnava mai l’azione. E’ successo solo una volta, con la rete annullata al francese, poi basta.
IL CAMBIO DI BROBBEY... - Erano invece due le sostituzioni, sempre rispetto ad Amsterdam, per Ten Hag: il portiere, dentro l’ex giallorosso Stekelenburg per il giovane e un po’ tenero Scherpen, e il terzino destro, Klaiber, per lo squalificato Rensch. Klaiber si è fatto male dopo 20' (problema muscolare per un recupero su Dzeko), è entrato Schhurs come difensore centrale e Timber si è allargato a destra. Sarà il primo cambio vantaggioso perché Schuurs farà l’assist dell’1-0 dell’Ajax e perché con i suoi centimetri toglierà alla Roma l’opzione del lancio alto e lungo per Dzeko: di testa saranno tutte sue. Ma la vera sostituzione decisiva è arrivata a inizio ripresa quando Ten Hag ha messo il Lukaku di Amsterdam, Brian Brobbey. Dai suoi attaccanti esterni non aveva avuto alcun segnale positivo (ma nemmeno dall’enfant prodige Gravenberch, né da Klaassen), così ne ha tolto uno, Antony, ha spostato Tadic a sinistra, Neres a destra e piazzato quella montagna di muscoli al centro dell’attacco.
...E LA RETE DI BROBBEY - Diciannove anni, non solo forza fisica, scatti e sportellate, ma anche tecnica e furbizia. Sono bastati tre minuti e mezzo a Brobbey per segnare il gol che ha cambiato la partita, un gol che la difesa della Roma non poteva e non doveva prendere in quel modo. E’ stato sufficiente un lancio lungo di Schuurs, Brobbey ha fulminato Cristante sullo scatto e Pau Lopez con un pallonetto in uscita. La squadra di Fonseca ha accusato il colpo, si era illusa di poterla chiudere col tran tran del primo tempo, invece Brobbey l’ha messa in crisi almeno per una decina di minuti. Ed è stato ancora il giovane centravanti olandese, con un tiro respinto centralmente da Pau Lopez e ricacciato in rete da Tadic, a spingere l’Ajax sul 2-0, e quindi qualificarlo alle semifinali. Per il disastroso arbitro inglese Taylor era un gol regolare, per fortuna della Roma il suo connazionale Attwell lo ha richiamato al monitor e gli ha fatto notare un fallo netto di Tagliafico su Mkhitaryan a inizio azione. Il risultato è tornato sullo 0-1, con la Roma sempre qualificata. Mancini si è fatto ammonire per proteste e salterà la semifinale col Manchester United: una sciocchezza.
IL PARI DI DZEKO - E finalmente, Edin. Si era spento durante la partita, ma quando la Roma è tornata in sé, intorno a metà ripresa, il centravanti più discusso (a Trigoria e dintorni) della stagione ha piazzato il colpo del campione. L’azione è stata bella e veloce, iniziata con qualità da Cristante, ma soprattutto accompagnata da mezza squadra. Cristante è uscito bene dalla sua area, palla a Mkhitaryan, autore dell’unica cosa bella della sua partita, il lancio al volo per Calafiori che ha spinto forte sulla sinistra, Timber nel tentativo di chiuderlo è scivolato, il cross del giovanissimo esterno è stato deviato da Gravenberch e Dzeko l’ha toccato in rete. Due belle azioni della Roma, due gol (il primo di Veretout annullato) e due volte questo ragazzino del 2002, il romano Riccardo Calafiori, protagonista. Bravo. Poi Dzeko è uscito, ma al suo posto è entrato un vivacissimo Borja Mayoral che ha lottato su ogni pallone. Taylor, altro errore pesante, ha fermato un clamoroso contropiede della Roma per ammonire Tagliafico e un altro contropiede pazzesco, quattro contro due, è stato sbagliato nell’ultimo passaggio da Pedro. Ma andava bene, benissimo, anche l’uno a uno.
IL TABELLINO:
Roma-Ajax 1-1 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 49′ Brobbey, 72′ Dzeko
Assist: 72’ Calafiori
Ammoniti: 44′ Ibanez, 67′ Veretout, 68′ Mancini, 78′ Dzeko, 86′ Cristante
Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Cristante, Ibanez; Karsdorp, Diawara, Veretout, Calafiori (80′ Villar); Mkhitaryan (87′ Pedro), Pellegrini; Dzeko (80′ Mayoral). All.: Paulo Fonseca
Ajax (4-3-3): Stekelenburg; Klaiber (22′ Schuurs 83′ Idrissi), J. Timber, Martinez, Tagliafico; Álvarez (69′ Kudus), Gravenberch, Klaassen; Antony (45′ Brobbey), Tadic, Neres (83′ Traorè). All.: Erik ten Hag
Arbitro: Taylor