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    Romamania: Fonseca all'italiana proprio no. Per favore, ridateci il portoghese!

    Romamania: Fonseca all'italiana proprio no. Per favore, ridateci il portoghese!

    • Paolo Franci
    Nel calcio ci vuole equilibrio. E' la prima regola e quante volte ce l'hanno ripetuto allenatori e dirigenti. I pesi, le misure e alla fine si arriva alla giusta linea di galleggiamento. Ora però, passare dalla Roma d'assalto con la difesa altissima e l'atteggiamento iperoffensivo a quella italianizzata oltre il calcio all'italiana che ha perso con l'Atalanta, beh, il salto sarebbe un tantino lungo anche per Carl Lewis il figlio del vento. Cioè si passa dalla Roma con Mkhitaryan e Kluivert sulle fasce a quella con due terzini al loro posto, Florenzi e Spinazzola - offensivi quanto vi pare ma questo sono, terzini - e non uno ma tre centrali Fazio, Smalling (gran esordio il suo: se è questo la Roma ha trovato il centrale che cercava) e Kolarov nell'occasione, ai quali si è aggiunto Juan Jesus quando Spinazzola è incappato nell'ennesimo infortunio muscolare. Poi, i cambi. Inspiegabile quello di Zaniolo, l'unico del terzetto alle spalle di Dzeko che, con un gran bel Spinazzola, aveva messo in grave difficoltà Palomino. Magari poteva uscire Pellegrini, che nella serata non ne ha azzeccata una? Per non parlare dei continui cambi di modulo che hanno stordito la squadra.

    Va bene, facile parlare da qui eh, ma gli errori di Fonseca ci sono stati e il più grande è nell'aver snaturato la squadra dopo averla convinta che un calcio a tutte bollicine, pur rischiando, si poteva fare. E invece il portoghese s'è italianizzato e ha ritirato la squadra all'indietro imbottendola di difensori, mentre Gasperini costruiva l'ennesima impresa all'Olimpico giocandosela con coraggio e azzeccando il cambio giusto, Zapata, al momento giusto. Con il colombiano in campo la Roma ha sofferto terribilmente e ha ritrovato un minimo di misura e cattiveria solo quando s'è dovuta buttare in avanti per pareggiare. Allo stadio è apparso evidente come la squadra non si sia riconosciuta negli equilibri del nuovo assetto e in una difesa a tre che, secondo Fonseca, doveva essere la scelta migliore per incrociare i tre attaccanti bergamaschi. Sarà, ma se alla fine Gasperini ha infilato il sesto risultato utile nelle ultime sei trasferte (3 vittorie e 3 pari eh) un motivo ci sarà.

    Ora, mi preoccupano un pochino gli effetti di questa sconfitta. Perché non è arrivata provando a fare quel che l'allenatore aveva chiesto di fare fino a Bologna, più o meno. Ma snaturando completamente filosofia e assetto. Il che, nella testa dei giocatori, potrebbe essere percepito come un segnale di quanto fosse errata la via precedentemente indicata ingenerando incertezza e confusione sull'identità di gioco.

    Magari sono io che tendo a farla più grave di quella che è. Magari questa è solo una lezione di calcio che alla fine può rivelarsi paradossalmente preziosa. Magari. In ogni caso, spero che il processo di italianizzazione, dal punto di vista tattico, di Paulo Fonseca finisca subito in un cassetto chiuso a chiave. Lui è un ottimo allenatore che gioca un ottimo calcio, spettacolare e costruito per accettare il rischio. L'hanno scelto per questo, non per creare ibridi come quello di mercoledì notte all'Olimpico.

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