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Fonseca: 'A Roma ero rimasto solo, avrei voluto Barella'. Poi snobba Mourinho
Crede che la mentalità conti più della qualità?
"L’Italia ha anche un livello tecnico molto elevato. Prendete Barella: lo avrei voluto alla Roma, ci ho anche parlato un paio di volte al telefono, per provare a convincerlo. Mancini ha saputo costruire su questa qualità un grande collettivo, una cosa che non riesce facilmente, altre hanno grandi talenti ma non sono squadra".
Parla di progetto: gli allenatori incidono ancora sul mercato?
"Stiamo perdendo influenza nella scelta dei giocatori. Ovviamente ci sono club più aperti a assecondare, ma ne conosco molti in cui sono solo le società a decidere, spesso per motivi non tecnici". Che idea ha della Serie A? "È al livello di Premier o Liga. In Inghilterra il ritmo è più alto, ma non è questione fisica: lì le partite sono più aperte e si corre di più. Quello italiano non è un campionato difensivo, ma è quello in cui si difende meglio. Ogni partita è diversa, ti obbliga a lavorare moltissimo sulla strategia".
Chi sono gli allenatori che l’hanno colpita di più?
"Guardiola è un’ispirazione, mi piace molto anche Tuchel. In Italia ho sempre ammirato Sarri, oltre a Gasperini, incredibilmente bravo ma molto diverso da me, e Italiano, ma chi mi ha colpito di più è De Zerbi: avrebbe meritato più attenzione dalle squadre italiane".
Lei alla Roma si è sentito solo?
"Prima Petrachi e poi Pinto sono stati miei alleati. Ma ho vissuto il momento forse più difficile degli ultimi 15 anni della Roma, con la transizione societaria e sì, ero solo".
Mettendo la classe da parte: Italia-Portogallo, per chi tiferebbe?
"All’Italia sono legatissimo. Ma io sono portoghese…"