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  • Foggia, l'artefice del 'miracolo Chievo' per restare in B: gli acquisti di Nember

    Foggia, l'artefice del 'miracolo Chievo' per restare in B: gli acquisti di Nember

    • Giovanni Daloiso
    E' bastato un girone di andata, per far intendere alla dirigenza del Foggia che gli eroi della promozione dello scorso anno, per quanto memorabili - considerando un'assenza del club rossonero dalla categoria cadetta durata venti, lunghissimi anni - non avrebbero potuto costituire in toto l'ossatura di una squadra destinata a puntare in alto. Sono bastate poche settimane per pianificare un'importante campagna acquisti, che rispondesse all'imperativo che la società si è posto: la salvezza.

    L'UOMO - A campionato avviato, il Foggia ha accolto una nuova figura dirigenziale nel proprio organigramma: il direttore sportivo Luca Nember, chiamato in sostituzione di Giuseppe Di Bari, silurato dalla presidenza a causa dei pessimi risultati della squadra. Originario di Lumezzane, in provincia di Brescia, vanta un'importante esperienza al Chievo, durata dal 2014 al 2017 (conclusa a causa di divergenze), autorevolmente condotta a suon di tranquille salvezze, al punto da essere nominato miglior direttore sportivo della Serie A al termine della stagione 2015-2016, conclusa dal Chievo al nono posto, grazie soprattutto al contributo dei nuovi acquisti (su tutti Birsa, Castro e Inglese, oltre a Cacciatore e Gobbi). Una figura forte, carismatica, in grado di sfruttare nel miglior modo possibile il budget concessogli: curriculum che ha portato i fratelli Sannella, proprietari del club rossonero, a riporre in lui ogni speranza e ambizione.

    ASPETTANDO MAZZEO - E' doveroso aggiungere che i Satanelli, proprio in un momento di ritrovata stabilità, hanno dovuto fare a meno del loro uomo più decisivo: Fabio Mazzeo. Il centravanti classe '83, in questo inizio di stagione si è rivelato di vitale importanza, gonfiando per ben otto volte la rete in quindici apparizioni: dal momento in cui il suo ginocchio ha subito una distorsione, con relative sei settimane (e sei giornate) di prognosi, la squadra ne ha risentito, con tre sconfitte, due pareggi e una sola vittoria, a conferma della sua indispensabilità alla causa di Giovanni Stroppa, tecnico della promozione, più volte finito sulla graticola ad ogni picchiata della squadra. Mazzeo è tornato comunque a disposizione con l'anno nuovo, ed è praticamente certo (nonostante i rumors di mercato che lo vedono in partenza) che disputerà la prima gara del girone di ritorno contro il Pescara allo Stadio Zaccheria.

    SEI COLPI, FINORA - Più rinforzi per reparto, senza spendere troppo: finora sono stati messi a segno ben sei movimenti di mercato in entrata, tra profili di esperienza e scommesse tutte da sperimentare, la maggior parte in prestito. Sono arrivati i difensori Marco Zambelli (svincolato) e Denis Tonucci (in prestito dal Bari), i centrocampisti Leandro Greco (in prestito dal Bari), Luigi Scaglia (in prestito dal Parma) e Oliver Kragl (in prestito dal Crotone) e l'attaccante Mathieu Duhamel (a titolo definitivo dal Quevilly, club di seconda divisione francese), unico giocatore senza esperienza in Serie B. Tutto questo, quando mancano ancora quindici giorni alla fine del mercato, che per il Foggia sembra essere tutt'altro che finito dato che nei piani del ds (di comune accordo con la società) vi sarebbe anche un portiere: in proposito, si sarebbe fatto il nome di un giocatore ai margini del Milan, Gabriel. Si menziona comunque che il club ha lasciato partire due giocatori decisivi nella scorsa stagione: Vacca ed Empereur, rispettivamente destinazione Parma e Bari.

    IN ATTESA DEL CAMPO - Sia chiaro, è impossibile non giudicare encomiabile il lavoro del nuovo direttore sportivo del Foggia: con ogni probabilità - a meno di clamorose rivoluzioni delle avversarie - l'Oscar del mercato di riparazione di Serie B sarà suo. Si tratta pur sempre di considerazioni aleatorie, valide sulla carta, che potrebbero non rivelarsi tali sul campo. Un girone di ritorno, o meglio un nuovo campionato, aspetta Giovanni Stroppa e i suoi uomini, nel quale sarà doveroso guardarsi le spalle ma al tempo stesso osare a qualcosa di ben più concreto della salvezza: la quota playoff dista otto punti, non un divario incolmabile. Al campo - e ai nuovi acquisti - l'ardua sentenza.
     

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