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    Flachi a CM: 'Dalle gaffe di Gasbarroni alla casa di Gheddafi: io e la Samp, otto anni d'amore. Mancini idolo e modello'

    Flachi a CM: 'Dalle gaffe di Gasbarroni alla casa di Gheddafi: io e la Samp, otto anni d'amore. Mancini idolo e modello'

    • Francesco Guerrieri
    Otto anni lunghi una vita. Rewind, nastro da riavvolgere. Francesco Flachi torna indietro nel tempo raccontandoci quelle emozioni che rimarranno per sempre chiuse nel cuore blucerchiato: dal 1999 al 2007 alla Sampdoria, alti e bassi dei quali resta un'amore incondizionato con una parte di Genova: "Con i tifosi ci siamo sempre supportati nei momenti di bisogno reciproco, è un rapporto che va oltre il calcio - racconta Flachi a Calciomercato.com - Tengo molto a loro, a volte sono anche imbarazzato per l'affetto che mi danno". Lui insieme a Boskov, Vialli e Mancini: "Mio idolo e modello da sempre". Tutti lì, tra i candidati per vincere il nostro sondaggio del blucerchiato più amato di sempre.

    Com'è stato il suo arrivo alla Samp?
    "Ero in scadenza di contratto con la Fiorentina che voleva rinnovarmelo mandandomi in prestito, io avevo bisogno di un club che mi desse fiducia. Mi voleva la Roma ma sarei dovuto passare un anno per l'Udinese, così alla fine ho accettato la proposta della Samp. Ero attratto dall'ambiente e dall'entusiasmo dei tifosi".

    Il ricordo più bello in blucerchiato?
    "La partita contro il Messina nel 2001-02. Eravamo in B e stavamo rischiando la retrocessione in C, una situazione non facile nella quale stavamo vivendo anche il cambio di società. La gente ci è stata vicina fin dal primo momento venendoci anche a trovare in albergo. E alla fine, grazie anche alla spinta di tutto lo stadio, abbiamo vinto e ci siamo salvati. E' stato il momento della rinascita". 

    Il gol più bello?
    "I gol. In un 3-3 contro il Perugia. Quel giorno ho fatto tre rovesciate e due reti, una me l'hanno respinta. La sforbiciata è un gesto d'istinto che ha l'attaccante, dipende anche da come arriva il pallone".

    Il compagno al quale era più legato?
    "Con Berti, Accardi, Volpi, Conte e Rossini ci sentiamo ancora oggi ricordando le cavolate che facevamo allora. Scherzavamo dalla mattina alla sera. Mettevamo il grasso sul telefono del magazziniere e poi glielo facevamo squillare, tagliavamo i calzini e ci inventavamo qualsiasi cosa. Gasbarroni era il re delle gaffe, una volta disse: 'Volevo spezzare una freccia in favore di...' anziché una lancia. Noi morti dalle risate. Dopo tre ko, eravamo in ritiro e il giorno prima della partita lo avevamo convinto a buttarsi vestito in piscina, per 800 euro. Era inverno. Con Novellino ci siamo giustificati dicendo che era un gesto scaramantico, poi abbiamo pareggiato".

    La spalla d'attacco ideale?
    "Mi trovavo meglio con le prime punte: Bazzani, Rossini e Bonazzoli su tutti. Preferivo avere gente fisica al mio fianco, per risaltare le mie qualità".

    Chi era il giocatore più particolare?
    "Senza dubbio Gheddafi. Viveva una situazione non facile, con la scorta dalla mattina alla sera. Non usciva con tutti, a me Berti e Accardi ci invitava nella casa di Garrone a Portofino dove viveva lui. Una volta per sbaglio ho sbattuto contro un narghilè da 40mila euro, meno male che non è caduto. Saadi aveva una casa a picco sul mare e scherzavamo sempre tra di noi per chi si sarebbe dovuto buttare, a Berti gli aveva proposto 5mila euro per tuffarsi".

    E in campo com'era?
    "Diciamo che era un grande appassionato di calcio...". 

    Stagione 2004-05, il ritorno in Europa dopo otto anni.
    "E' stata fantastica, quell'anno abbiamo raggiunto il record delle sette vittorie fuori casa".

    C'è stato un momento nel quale stava per lasciare la Sampdoria?
    "Nel 2003-2004 ho rifiutato 10 milioni dal Monaco per rimanere a Genova. Era l'anno di Deschamps, in cui sono arrivati in finale di Champions contro il Porto. Ma non mi importa, perché alla Samp mi ero accasato e non mi mancava niente. E' una scelta che rifarei anche oggi. Da quel momento è iniziata una riconoscenza reciproca con i tifosi".

    Un rimpianto in blucerchiato?
    "Forse la seconda squalifica (Nel 2006 uno stop di due mesi per 'aver tentato di acquisire notizie sull'esito di una partita', l'anno successivo di due anni per uso di cocaina ndr), in quel periodo stavo per firmare un rinnovo di tre anni. Sono il terzo marcatore della storia della Samp, magari se avessi continuato sarei riuscito a prendere Vialli al secondo posto. Speravo che mi levassero qualcosa, ma alla fine è andata così: ho sbagliato e ho pagato. Sono un tipo istintivo, in campo facevo le rovesciate e fuori mi creavo problemi. Non ho avuto nessun aiuto, ringrazio solo chi mi è stato vicino".

    Progetti per il futuro?
    "Ho iniziato la gavetta per allenare, ma non posso ancora entrare in campo: mi manca un anno e mezzo per finire di scontare l'ultima squalifica (nel 2009 è stato trovato di nuovo positivo alla cocaina, ndr). Col Bagno a Ripoli ho vinto un campionato di Terza Categoria, la Coppa e conquistato la salvezza l'anno dopo. Oggi alleno i bambini della scuola calcio del Signa, un po' di rodaggio mi serve. In futuro, mi piacerebbe diventare allenatore".

    @francGuerrieri

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