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  • Fiorentina, è stallo sulla questione stadio

    Fiorentina, è stallo sulla questione stadio

    • Luca Cellini

    In una situazione economica ma soprattutto politica così difficile, la campagna elettorale è sempre aperta, per tutti. Non fa eccezione il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che vive ormai costantemente sotto i riflettori dei media, ora anche come possibile candidato leader alla premiership governativa. Eppure le sue grandi opere per la città, tanto spesso pubblicizzate, non sono mai 'decollate' (non sempre per colpa sua): i fiorentini ricorderanno in tal senso le linee due e tre della tramvia, il completamento del nuovo teatro comunale, ma soprattutto il nuovo stadio.

    Dopo un'opera sotterranea, cominciata con l'inserimento di due uomini 'fidati' come Eugenio Giani e Dario Nardella nel c.d.a. viola, passando per le mancate risposte agli attacchi di Diego Della Valle per l'inchiesta sull'area di Castello, Matteo Renzi sembrava aver riportato vicini il Comune e la Fiorentina. Completate le procedure per il piano di indirizzo territoriale sull'area Mercafir, designata per fare stadio più annessi e connessi, al momento la situazione è di gelo. Una freddezza inaspettata, anche se il sindaco non vuole certo tirare per la giacchetta Della Valle, uno dei finanziatori della sua recente campagna elettorale per le primarie del PD (stando all'inchiesta pubblicata dall'Espresso).

    Chissà se ieri sera, giocando la partita del cuore allo Juventus Stadium, Renzi avrà provato un senso di invidia. Peraltro, anche altri club accelerano: la Roma costruirà un nuovo stadio a Tor di Valle, il Genoa con gran velocità si muove in zona Nervi, Lotito è al lavoro per un nuovo impianto di proprietà della Lazio fuori città, e pure in Toscana, precisamente a Pisa e Prato, si studia di realizzare impianti all'inglese. A Firenze, invece, di svolte non ne sono previste, visto che i Della Valle, mentre investono fondi nel restauro del 'Franchi', prima di un'offerta per l'area Mercafir pretendono una nuova legge sugli stadi. E in questo senso l'ottimismo è scarso, se non più di un mese fa il presidente federale Abete ha dichiarato: 'Chi ha un po' di fiuto in certe cose ha capito che, per preventivabili divisioni politiche, non si arriverà neanche alla formazione della commissione legislativa ad hoc su questo fronte'.

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