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    Fiorentina: rivoluzione con Paulo Sousa

    Fiorentina: rivoluzione con Paulo Sousa

    • Luca Cellini
    Dopo una lunga doppia attesa, prima affinché si liberasse dal contratto economico stipulato con il Basilea, e poi per definire i dettagli del suo legame con la Fiorentina, oggi è finalmente arrivato il giorno della presentazione del neo tecnico Paulo Sousa. Il classe ’70 di Viseu dopo un pranzo a Milano con il patron Andrea Della Valle, avrà il suo primo incontro diretto con gli uomini mercato viola. Un incontro in cui il nuovo allenatore esporrà alcune linee guida che caratterizzano il suo lavoro e le sue idee. Schemi di lavoro che costringeranno il mondo Fiorentina ad una vera e propria rivoluzione.

    CAMBIO DI MODULO - Dal tiki-taka alle verticalizzazioni costanti. Se con Vincenzo Montella la manovra viola si era caratterizzata con una grande ossessione per il possesso palla e un gioco orizzontale, Paulo Sousa porterà dalla sua esperienza nel Basilea un’idea di calcio fatta di verticalizzazioni e cross dalle fasce costanti. Si passerà dal 3-5-2/4-3-3 di montelliana memoria, al 4-2-3-1 con tanti palloni giocati sulle corsie laterali e sfruttamento costante del trequartista. Di base, se dovesse recuperare al 100% il ruolo sarebbe di Giuseppe Rossi, ma potrà essere interpretato anche da Salah, se resterà a Firenze.

    IL VIOLA SI TINGE DI AZZURRO - Al di là delle prime voci di mercato, molto legate agli agenti che hanno collaborato in passato con le squadre allenate da Sousa, la Fiorentina punterà ad un forte ringiovanimento della rosa. L’intento è quello di non spendere troppo sul mercato ma di sfruttare anche le risorse interne provenienti dal settore giovanile. L’idea di fondo è quindi quella di recuperare un senso di territorialità con i calciatori cresciuti a Firenze, e di investire su quello che si ha in casa, prima di cercare all’estero. Ecco perché in questo senso vanno registrati i ritorni di Capezzi, Piccini e Bittante ma anche l'incedibilità di Vecino e Rebic.

    BOCCHE CUCITE E SPAZIO APERTO AI TIFOSI AL CAMPINI - Non è molto buono il ricordo dei media svizzeri con Sousa. 
    All'allenatore portoghese è stato rimproverato di non aver mai voluto imparare né lo svizzero, né di parlare in tedesco, seconda lingua parlata a Basilea, durante le conferenza stampa. A differenza di Montella, Paulo Sousa limiterà gli incontri con i media a quelli canonici di vigilia dei match e nei post partita, evitando di concedersi durante feste e premiazioni, almeno nei suoi primi mesi fiorentini perché, come ha confidato agli amici, non vuole cercare atteggiamenti ruffiani o ipocriti con la stampa italiana. Invece è possibile che una volta terminata la preparazione all’estero, Paulo Sousa chieda al club di aprire almeno un allenamento della squadra alla visione del pubblico, nel suo lavoro settimanale, per coinvolgere maggiormente la tifoseria.

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