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Fiorentina, Simeone: 'I compagni mi dicevano che giocavo perché sono il figlio di Simeone'
Il giocatore della Fiorentina Giovanni Simeone ha partecipato a un evento presso il Teatro della Compagnia di Firenze, dove ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate da ViolaNews.com.
IL PRESENTE - "Ho ventitré anni, ho ancora tantissimo da migliorare, quello che sto imparando ogni giorno è pormi degli obiettivi. Mi sta aiutando uno psicologo sportivo, mi dice di pormi piccoli passi che posso raggiungere e questo mi dà fiducia. Vado al campo e non penso a fare gol, è una conseguenza questa. Ogni giorno cerco di mettere dei paletti da superare"
LO SPOGLIATOIO - "Noi sudamericani abbiamo il nostro spazio, ma quando vengono i francesi... sono di più e comandano loro. Il giorno della partita ognuno è più concentrato, io e Muriel balliamo ad esempio. Al di là della differenza, tutti vogliamo lo stesso obiettivo. Quando ti incontri con i nostri soggetti, che ognuno ha la nostra cultura, è bello. Ci sono confronti, è divertente. Il calcio è un gioco e la cosa più importante è avere un bel rapporto con le persone con cui devi essere bravi la domenica. Scherzo sui francesi per la musica, loro vogliono musica più lenta".
IL MIO COGNOME - "Non è stato facile, anche da piccolo. A scuola, tutti volevano sedersi vicino a me perché ero Simeone. Lì ho iniziato a differenziare chi mi voleva davvero bene e chi no: adesso ho cinque amici (ride, ndr). Nel calcio è quasi lo stesso, si avvicinavano solo per questo. E anche i giudizi, le critiche, ci sono stato male. Nessuno lì poteva aiutarmi, gli stessi compagni me lo dicevano. Lì ho fatto il passo in avanti".
GLI OBIETTIVI - "Tantissime persone iniziano per i soldi, altri per ambizione. Io purtroppo amo vincere, i soldi sono importanti ma alla fine a sessanta anni non penso che ci penserai"
I DIFENSORI - "Secondo me Skriniar è un grande difensore, al fantacalcio sicuramente lo avrete (ride, ndr). L'ho incontrato anche nel derby di Genova"
DAVIDE ASTORI - "Lui ci ha lasciato una cosa che non si può descrivere, ci ha uniti. Sappiamo che qualsiasi cosa facciamo, lui è con noi"
LA SCELTA DI MERCATO - "Io volevo venire a Firenze fin da subito"
IL PRESENTE - "Ho ventitré anni, ho ancora tantissimo da migliorare, quello che sto imparando ogni giorno è pormi degli obiettivi. Mi sta aiutando uno psicologo sportivo, mi dice di pormi piccoli passi che posso raggiungere e questo mi dà fiducia. Vado al campo e non penso a fare gol, è una conseguenza questa. Ogni giorno cerco di mettere dei paletti da superare"
LO SPOGLIATOIO - "Noi sudamericani abbiamo il nostro spazio, ma quando vengono i francesi... sono di più e comandano loro. Il giorno della partita ognuno è più concentrato, io e Muriel balliamo ad esempio. Al di là della differenza, tutti vogliamo lo stesso obiettivo. Quando ti incontri con i nostri soggetti, che ognuno ha la nostra cultura, è bello. Ci sono confronti, è divertente. Il calcio è un gioco e la cosa più importante è avere un bel rapporto con le persone con cui devi essere bravi la domenica. Scherzo sui francesi per la musica, loro vogliono musica più lenta".
IL MIO COGNOME - "Non è stato facile, anche da piccolo. A scuola, tutti volevano sedersi vicino a me perché ero Simeone. Lì ho iniziato a differenziare chi mi voleva davvero bene e chi no: adesso ho cinque amici (ride, ndr). Nel calcio è quasi lo stesso, si avvicinavano solo per questo. E anche i giudizi, le critiche, ci sono stato male. Nessuno lì poteva aiutarmi, gli stessi compagni me lo dicevano. Lì ho fatto il passo in avanti".
GLI OBIETTIVI - "Tantissime persone iniziano per i soldi, altri per ambizione. Io purtroppo amo vincere, i soldi sono importanti ma alla fine a sessanta anni non penso che ci penserai"
I DIFENSORI - "Secondo me Skriniar è un grande difensore, al fantacalcio sicuramente lo avrete (ride, ndr). L'ho incontrato anche nel derby di Genova"
DAVIDE ASTORI - "Lui ci ha lasciato una cosa che non si può descrivere, ci ha uniti. Sappiamo che qualsiasi cosa facciamo, lui è con noi"
LA SCELTA DI MERCATO - "Io volevo venire a Firenze fin da subito"