Fiorentina, se Cerci va a trovare... Messi
Reduce dai 'successi' ottenuti con l'arrivo in maglia viola di Gianluca Comotto e Lorenzo De Silvestri, oltre che di Mihajlovic, il procuratore che fino a qualche tempo fa era chiamato nello spogliatoio della Fiorentina 'il nostro direttore generale' nell'estate del 2010 confeziona con il d.s. Corvino (quello vero) un'operazione 'suicida' per un regime in autofinanziamento: l'arrivo di Cerci Alessio, da Valmontone, per 4,5 milioni di euro, pur essendo il giocatore a scadenza di contratto l'anno successivo. E così parte la 'fenomenologia della ragion pura fiorentina' del ragazzo, fatto esordire nel grande calcio da Fabio Capello in un'inutile Roma-Sampdoria, dove chiunque forse avrebbe avuto la possibilità di giocare un minuto. Nei primi otto mesi, si dirà di ambientamento, Cerci Alessio da Valmontone si distingue più per quello che combina fuori dal campo che per le prestazioni sul rettangolo di gioco: fra leggende cittadine e verità acclarate, rimangono 'a verbale' (nel vero senso della parola) le multe per una Maserati parcheggiata in zona Ponte Vecchio, gli insulti ad una vigilessa perché la stessa auto è ferma in divieto di sosta, e le partite anonime condite dalla consueta 'stampa amica' che ne invoca la resurrezione.
Quando anche i tifosi, esasperati dal 'nulla cosmico' prodotto dal buon Alessio, lo fischiano in riscaldamento durante un Fiorentina-Genoa - roba accaduta in passato a fior fior di campioni passati in maglia gigliata -, si ergono a scudo i perbenisti dé noatri, gli stessi che proveranno a difendere l'indifendibile con Mihajlovic fino alla 'tragedia sportiva' di questo inizio stagione. A Cerci va anche bene perché, quando il gioco si fa 'inutile', chi non ha niente da dimostrare si mette in mostra: cinque-sei partite di fine campionato, altrettanti gol, e casualmente dall'Inghilterra in estate arriva una buona offerta da Manchester City. Il prezzo è ok per la Fiorentina, ma non per l'entourage del giocatore, che chiede due milioni di euro netti a stagione. Roba che se lo sceicco abbocca, c'è da sfamare un'intera generazione di futuri ragazzi coi boccoli. Nel frattempo 'la stampa cattiva' - anche se il magazine fa parte del giornale di proprietà degli stessi proprietari della Fiorentina - pare si inventi insulti di Cerci ai tifosi 'cattivoni' che l'hanno fischiato. Il presidente esecutivo dà Cerci già partente, ma non ha fatto i conti con lo sceicco Mansour, che va bene che ha soldi che gli escono dalle tasche, ma quel giocatore non sa neanche chi sia. E così quest'ultimo rimane in maglia viola, fra il tripudio dei tifosi di curva, che senza memoria né morale lo hanno eletto ad idolo, con un coro ad hoc che lo paragona a Lionel Messi.
Un altro paio di gol fra Tim Cup e campionato, poi il 'lato scuro' di Alessio riemerge prepotente: prima si rifiuta di fare le ripetute ordinategli da Sinisa, il 'full metal mister', nel ritiro di San Piero a Sieve; poi le partite a Texas Hold 'em si prolungano oltre l'orario dovuto; infine ci si mettono anche le discoteche e i rogiti. Chi di noi non ha, in questo momento, la necessità di acquistare una casa a Formentera? Cerci, in tempi di crisi, ci tiene a raddrizzare l'economia spagnola, e così, dopo aver fatto tardi in un noto locale fiorentino solo quattro giorni prima, dopo la sconfitta contro il Palermo prende un volo per la località dove la movida estiva la fa da padrona. Solo che perde l'aereo di ritorno, e con esso anche la ramanzina di Padre Pio Delio Rossi post sconfitta al 'Barbera'. Ora il mister, che non perdona due volte di seguito, lo ha ufficialmente fatto fuori, in attesa del prossimo gennaio. Visto il coro della curva di cui sopra, non vorremmo che Cerci Alessio da Valmontone abbia veramente creduto al paragone fra lui e 'la pulce'. Nel caso, se riesce a convincere Rossell, per Delio Rossi lo scambio è più che possibile, ma con conguaglio a favore viola. E in regalo al 'Camp Nou' arriverà anche il megabarattolo di gel che Cerci usa nello spogliatoio. Senza di quello i superpoteri del talento di Valmontone non esistono, come Superpippo senza le sue noccioline.