Getty Images
Fiorentina, Saponara: 'Dove c'è il genio, c'è sempre un po' di sregolatezza. Astori sarà con me per sempre'
“Il genio racchiude l’essenza più pura del giocare a calcio. Il genio è qualcosa che non viene allenato, che non viene provato, che durante il gioco viene tirato fuori dal cilindro in maniera istintiva, senza preavviso e senza nemmeno pensarci. Sono quelle giocate che da piccolino mi hanno permesso di innamorarmi del calcio e di determinati giocatori, e sono quelle che fanno innamorare le persone di questo sport, sono quei momenti che rendono il calcio lo sport più bello del mondo. Possono essere provate e riprovate, ma sono istintive: sono innate e nascono dal profondo. Sono quelle cose che un giocatore si porta dietro in maniera più indelebile e chiara, anche a distanza di tempo. I gol più belli, le giocate che nessuno si aspetta, che fanno eccitare il pubblico, che permettono ad un giocatore di essere apprezzato e amato dai propri tifosi e da tutti gli appassionati di questo sport. Credo che tutti i giocatori di fantasia abbiano una componente sregolata. C’è chi la palesa in maniera più prepotente, e chi invece lo fa in maniera più timida o riservata. credo che ogni giocatore dotato di grande estro abbia una parte sregolata. Un po’ come tutti gli artisti: sono geni, sono produttori di meraviglie, ma hanno una croce da portare caratteriale, che può creare difficoltà nel loro percorso, ma permette anche a loro di disegnare le cose più belle”.
Ha poi concluso ricordando il numero 13: “Dall’esperienza fiorentina mi porto dietro due momenti. La lettera che ho scritto a Davide, che esula dal campo, ma che è un’opera che è uscita dalle mie mani e dalla mia testa. E il gol contro il Milan, in casa, con lo stadio pieno, alla fine di un primo tempo difficile, in cui non ho brillato, ho fatto fatica. Poi ho realizzato questo gol, all’incrocio dei pali, molto pregevole. E’ forse l’immagine perfetta del genio: un primo tempo non memorabile, ma poi una giocata che lascia tutti a bocca aperta”.