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    Fiorentina, Salah: tra gol, assist e preghiere

    Fiorentina, Salah: tra gol, assist e preghiere

    • L.C.
    "Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua per vedere segnare Salah". Firenze ha il suo nuovo idolo. E domenica sera, dopo il gol che ha permesso alla Fiorentina di sbancare San Siro nerazzurra dopo ben 15 anni, il coro tutto personalizzato non si è arrestato un attimo. Ed i tifosi hanno accolto come una star Mohamed, 23 anni ancora da compiere, quando la squadra è tornata da Milano nella notte fiorentina. Sciarpe al collo, selfie e soprattutto quella canzoncina che è entrata nelle orecchie del popolo viola. Forte è stato l'impatto con questo talismano: da quando è arrivato, a gennaio, ha già segnato quattro gol tra campionato ed Europa League (le stesse reti di Cuadrado nell'ultima stagione viola). E la Fiorentina, scrive il quotiano La Repubblica, insieme a lui, adesso non si ferma più. Complice la sconfitta del Napoli contro il Torino, i viola si sono portati a sole tre lunghezze da quel terzo posto fino a poche settimane fa ritenuto soltanto un'illusione. Un sogno. Il "Messi d'Egitto", questo il soprannome di Mohamed Salah, si sta consacrando con la maglia viola. Gol, assist, giocate di classe da far impallidire gli avversari. E quel sorriso, quasi malizioso, di chi è consapevole di avere un talento limpido e non ancora del tutto esposto. Vincenzo Montella si strofina le mani: l'egiziano può giocare su tutto il fronte d'attacco, abbinando rapidità e tecnica a concretezza e visione di gioco. Il partner ideale di Mario Gomez.
    Eppure tutto questo era difficilmente prevedibile ad inizio 2015. Prendi Cuadrado, uno che a Firenze è letteralmente esploso. Durante la sessione invernale di calciomercato il Chelsea irrompe sul colombiano. E cala il panico in casa viola. Che fare? Poi arriva l'offerta, che non si può rifiutare: 33 milioni di euro più il prestito di Salah. La Fiorentina accetta e Firenze si chiede: sarà all'altezza di sostituire la "Vespa"? Nel frattempo l'egiziano arriva a Firenze ed i social esplodono. Sul serio. L'account ufficiale della Fiorentina schizza oltre quota 1.2 mln di seguaci su Facebook. Tutte, o quasi, new entry di nazionalità egiziana. Basta leggere i commenti delle foto che ritraggono Salah: decine di migliaia di like ed altrettanti commenti in arabo. Con i tifosi che ogni tanto commentano: "Ma se questi decidono di venire allo stadio, dove li mettiamo?". Già, ci vorrebbero due Artemio Franchi. Ma questi sono altri problemi. Il punto è un altro. Salah è fisicamente al top e Montella lo inserisce subito: con l'Atalanta assist e gol (decisivi), con il Torino la rete dell'illusorio vantaggio. Poi giovedì scorso la rete del 2-0 al Tottenham e, ieri sera, quel lampo che ha permesso ai viola di tornare a vincere contro l'Inter, a San Siro, dopo ben 15 anni. Adesso si va a spulciare il suo contratto, che prevede questo: prestito fino a giugno 2015 con possibilità di estenderlo a giugno 2016 con il pagamento dello stipendio. Dopodiché la Fiorentina può riscattarlo per un cifra totale di 18 milioni (16 + 2 di bonus facilmente raggiungibili). Una cifra davvero alta. Ma decisamente adeguata se l'egiziano continuerà a mostrare tutto il suo talento. Ogni volta che Salah va a segno, prega. Anche prima di entrare in campo. E' successo ieri sera a Milano. Babacar accusa un problema muscolare ai flessori. Siamo nel primo tempo e Montella deve ricorrere al primo cambio. Eppure, nonostante il senegalese sia a terra incapace di potersi rialzare, Salah non entra. Che succede? Semplice. L'egiziano stava pregando. Un attaccamento alla fede che però, in passato, ha gettato qualche ombra sul suo comportamento in campo. E' successo quando vestiva la maglia del Basilea, nelle qualificazioni alla Champions League. Gli svizzeri giocano il doppio confronto contro gli israeliani del Maccabi Tel Aviv e Salah, gira anche un video su YouTube, invece di stringere la mano agli avversari li saluta con un pugnetto. Un po' come si fa tra gruppi di ragazzi, quando ci si ritrova la sera. I giornali lo attaccano, lui risponde sempre nello stesso modo. Respingendo le accuse di antisemitismo: "Non è vero niente. E' tutto falso". L'ha fatto anche nel giorno della presentazione in maglia viola. Firenze però si coccola il suo nuovo idolo. Che in un momento così intenso, tra campionato e coppe, potrebbe risultare la chiave vincente per spaccare le partite: tra gol, assist, preghiere e quel coro che è già un tormentone. "Siam venuti fin qua per vedere segnare Salah".

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