Fiorentina, Salah: la comunità egiziana è fiduciosa
L.C.
Si sono ritrovati in molti ieri sera nella zona di via Guelfa a Firenze dove fino a pochi mesi fa sorgeva un ristorante egiziano e dove ancora oggi ci si riunisce per eventi culturali e non all’ombra del Duomo del Brunelleschi. Circa un centinaio di connazionali di Mohamed Salah ha deciso di unire l’utile, una lettura di testa in lingua madre, al dilettevole, ovvero discorrere della possibile permanenza del connazionale classe ’92 di Basion alla Fiorentina. In merito si è espresso innanzitutto l’Imam della comunità mussulmana di Firenze che ha detto: “Qualunque decisione prenderà, lo farà in libera coscienza, pensando al bene suo e della sua famiglia, a cui è molto legato. Il suo arrivo in città ha rafforzato la nostra comunità e ci ha mostrato come anche un ragazzo sotto la luce dei riflettori come è un calciatore con lui, possa sentirsi assai legato per motivi religiosi a chi ne condivide fede ma anche tradizioni ed abitudini”. C’è fiducia negli egiziani di Firenze sul fatto che Salah, posto davanti da ieri alla possibilità che la Fiorentina possa riscattarlo dal Chelsea già in questa sessione estiva di mercato, possa decidere di prolungare la sua avventura in maglia gigliata. “Credo che Salah abbia capito il calore di noi egiziani e soprattutto quanto Firenze sia attaccata a chi indossa la maglia viola – spiega Amhed, uno dei più anziani cittadini del Cairo che vive e lavora nella città che ha Dario Nardella come sindaco – E’un nostro beniamino ed un esempio. Speriamo davvero di vederlo fra pochi giorni con la nuova divisa gigliata perché ci renderebbe ancora più entusiasti ed orgogliosi di lui. Potremmo godercelo e magari renderlo partecipe di qualche nostra iniziativa volta a diffondere la storia dell’Egitto, studiata nel suo passato ma poco dei tanti cambiamenti accaduti nel periodo più recente post guerre di inizio ‘900. Siamo sicuri che Salah sarebbe ben felice di venire perché ci ha mostrato fin da subito calore e affetto e ora che abbiamo iniziato a conoscerlo, non vorremmo vedere andare via”.