“Prima il rispetto delle regole, poi i risultati sportivi” è il dogma calcistico imposto con maggior insistenza, in confronto al recente passato, dal direttore tecnico e primo responsabile del settore giovanile viola Eduardo Macia proprio nelle squadre che sono alle spalle come età della prima guidata da Vincenzo Montella. Si susseguono da quasi due anni riunioni in cui insieme al responsabile del progetto ‘Promesse viola’, professor Vincenzo Vergine, ed all’amministratore delegato del compartimento sportivo, Sandro Mencucci, viene dato l’input ai tecnici del settore giovanile, di escludere dalle squadre titolari ed addirittura in alcuni casi dalle convocazioni, quei giocatori che si macchiano di comportamenti non disciplinarmente corretti. E così non deve stupire la decisione assunta dall’allenatore della Primavera gigliata Federico Guidi che, se mercoledì scorso, in nome del turnover, aveva lasciato in panchina il suo centravanti principale, Cedric Gondo, per dare spazio alla sua riserva Alberto De Poli, nell’ottavo di finale di coppa Italia casalingo contro l’Inter; due giorni fa si e’ ripetuto per un match di campionato, preferendo all’attaccante classe ’96 della Costa d’Avorio, il 18enne Di Curzio. Gondo è andato in panchina contro la Sampdoria e mister Guidi nel post match ha spiegato il perché: “E’venuto meno al rispetto delle regole del gruppo”. Dunque Gondo non considerato un intoccabile ed anzi finito sotto la luce dei riflettori per indisciplina, anche se poi quello che viene già definito il nuovo Drogba, è entrato in campo nella ripresa contro gli uomini guidati da Enrico Chiesa, ed ha anche fissato il punteggio finale con un suo gol sul tre a uno. L’episodio di indisciplina di Gondo però fa riflettere perché il giocatore, che ha da poco compiuto 18 anni, dovrà discutere presto con il suo agente per la firma del suo primo contratto da professionista con la Fiorentina e, dietro questo suo periodo turbolento potrebbero esserci anche i tentacoli dell’agente Mino Raiola che da sempre si dice che ne curi gli interessi sportivi e che è tutt’altro che un agnello quando si tratta di imbastire tavoli di trattative con un club per la stipula dei legami contrattuali dei suoi assistiti.