Fiorentina, c'è la Juve:| Corsa e pressing alto
I tormenti del dottor Delio e la rabbia di mister Conte. La sfida tra Fiorentina e Juventus sarà anche (e soprattutto) un duello tra panchine. Idee, convinzioni, strategie e contromosse nella speranza di azzeccare tutte le scelte. Bianconeri favoriti, inutile nascondersi. Imbattibili, fino a questo momento, ma non perfetti. Difficile contenerli, ma non impossibile. Rossi lo sa, e prepara lo scherzo. La città sogna, lui spera. Perché la classifica piange, ed ogni punto è d'oro. Tutto nasce dal ritmo. La squadra di Conte ama andare a cento all'ora, esasperando il più possibile il tempo di giocata. Ti prende alla gola e non ti molla più. Il segreto è spezzarlo, questo ritmo. O sei il Milan, e vai addirittura più forte, o sei costretto a difendere. Qua sta il punto.
Puoi difendere basso, proteggendo l'area di rigore, o puoi aggredire. Potendo scegliere, Rossi non avrebbe dubbi. Linea alta e pressing ossessivo. Anche perché la Juventus gioca sempre e comunque, non alza (quasi) mai il pallone e riparte sempre dai difensori. Anche Buffon ha imparato a impostare. Per questo diventerà fondamentale il lavoro degli attaccanti della Fiorentina. Saranno loro i primi a dover soffocare gli avversari, costringendo i difensori centrali a scaricare sugli esterni senza passare da Pirlo. Già. Ormai lo sanno tutti, come ai tempi del Milan. Se fermi lui fermi la Juve, dicono. Il problema è riuscirci. L'idea è appiccicargli addosso un uomo. Una punta, se possibile, per non 'perdere' un centrocampista. Magari Amauri, perché Cerci e Vargas (se mancherà Jovetic) dovranno restar larghi e contenere Lichsteiner e Chiellini.
Il resto sarà corsa e attenzione. Del resto nel calcio 'vinci le partite se vinci più duelli degli avversari, altroché numeri, moduli e chiacchiere'. Delio Rossi la pensa così, e non l'ha mai nascosto. Correre, lottare e tenere il cervello acceso. Altrimenti è un guaio, e alla prima distrazione gli inserimenti di Marchisio e Vidal ti fanno male. Parecchio male, più degli attaccanti. Cercando, alla fine si trova. Il punto debole della Juve pare essere proprio questo. Il mal di gol delle punte. Dieci gol Matri, quattro Vucinic e stop. Sempre che non si consideri Pepe. Lui qualche rete l'ha segnata.
La certezza è il montenegrino, uno che gioca a prescindere. Conte non ci rinuncia, convinto di poter contare solo sulla sua qualità per spaccare le partite in qualsiasi momento. Ci fosse Borriello, poi, la Fiorentina dovrebbe moltiplicare l'attenzione sulle palle alte. Segnano poco, i bianconeri, ma subiscono meno. Il pallone lo tengono loro, e raramente ti lasciano giocare. Il segreto è rubar palla il più vicino possibile all'area di Buffon e ripartire veloce. E poi sperare. Che Amauri si ricordi il significato del verbo segnare, che Cerci abbia voglia e che tutto giri per il verso giusto. Almeno per una volta.
(La Repubblica - Edizione Firenze)