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    Fiorentina, pessima 'vicina di casa' sul mercato

    Fiorentina, pessima 'vicina di casa' sul mercato

    • Luca Cellini

    La stagione 2011-2012 si sta caratterizzando per i pessimi risultati delle squadre toscane di serie A e B. A fronte del dominio delle piemontesi - Juve e Torino prime in classifica nella massima serie e nel torneo cadetto, con eccellenti risultati pure per la Pro Vercelli in Lega Pro -, a cominciare dalla Fiorentina, passando per Empoli e Livorno, con gli alti e bassi del Siena, senza dimenticare il Pisa e il Viareggio in Lega Pro, in Toscana il calcio vede società contestate, formazioni con allenatori esonerati e stadi sempre più vuoti. Fra 'vicine di casa' bisognerebbe aiutarsi e collaborare, magari con scambi di mercato e trasferimenti low cost, e invece c'è da registrare il rapporto di pessimo vicinato che ha la Fiorentina con le altre formazioni toscane. Una caratteristica che c'è sempre stata, da quando il direttore sportivo viola è Pantaleo Corvino, ma che si è accentuata nelle ultime sessioni di mercato. Se si eccettua infatti il passaggio in prestito di Piccini e Taddei dalla Primavera gigliata alla Carrarese, dove i due allievi di Renato Buso giocano e stanno offrendo un alto rendimento, Corvino praticamente non ha dialogo con gli altri d.s. delle squadre corregionali.

    La rivalità che esiste fra le piazze, soprattutto in Toscana, nasce dalla storia e si riverbera nel mondo del pallone, ma in sede di calciomercato porta a 'danni di immagine' e costi elevati. Nonostante infatti il procuratore Sergio Berti (quello che l'anno scorso nello spogliatoio viola chiamavano 'il direttore generale della Fiorentina') sia nato calcisticamente nella formazione della Rondinella-Firenze, i molti giocatori portati da quest'ultimo alla corte di Corvino sono arrivati tutti da squadre non toscane. Anzi, come intermediario con il mercato dell'ex Jugoslavia, Berti ha di fatto contribuito ad alzare quel muro fra il mondo viola e le altre realtà circostanti. Nessun affare con l'Empoli di Pino Vitale, ad esempio, pur essendo il d.s. biancoazzurro un noto frequentatore quotidiano del Parco delle Cascine, così come 'porte chiuse' con il Livorno - è di dieci giorni fa una richiesta esorbitante fatta dai dirigenti viola per il prestito di Salifu ai labronici -, con il Pisa ma anche con il Prato.

    Chissà se domenica prossima il d.s. del Siena Giorgio Perinetti saluterà nel pre-partita il collega Corvino. Fu il primo ad introdurre nel grande calcio il secondo, quando quest'ultimo era al Casarano, a inizio carriera. Perinetti 'portava in giro' Corvino durante i tornei di Viareggio di metà anni '80, facendogli tessere i primi rapporti con i club italiani più prestigiosi, e dandogli sostegno nei momenti difficili. Poi, anche se pubblicamente non lo ammetterà mai, Perinetti è rimasto male da quando, a suo parere, il d.s. viola ha cambiato atteggiamento, dimenticandosi dei vecchi amici, e cambiando frequentazioni. Ecco perché ad esempio il Siena, che cerca prime punte, potrebbe rivolgersi ai viola per Babacar, che Sannino stima molto, ma il senegalese non vestirà mai la maglia bianconera: Perinetti sa già che risposta otterrebbe da Corvino. O ecco perché Mattia Destro, in comproprietà fra Genoa e Siena, è stato richiesto dalla Fiorentina ai rossoblù di Preziosi, e non a Perinetti, il quale infatti ha bloccato subito la trattativa. Sembrano particolari trascurabili, ma questi pessimi rapporti di buon vicinato hanno minato e minano le trattative del calciomercato viola, tanto che a meno di una settimana dalla chiusura la Fiorentina, che avrebbe necessità di fare cassa ma anche di rinforzarsi, si ritrova ancora con tante, troppe carenze in alcuni ruoli, e sovraffollamento in altri. Per la rabbia di un Delio Rossi che ieri, prima di pranzo, per la prima volta ha 'alzato la voce' con la società gigliata, cui aveva chiesto un mercato da fare alla svelta per lavorare al meglio.

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