Fiorentina, nessuno merita di indossare la fascia di Antognoni e Baggio
Delio Rossi, che è uomo navigato del mondo del calcio, confidò al suo staff tecnico, nel giorno della chiusura dello scorso mercato invernale, che mai si era trovato ad allenare una squadra tanto scarsa e povera di attributi nella sua lunga carriera di allenatore. E quando gli fu chiesto se Alessandro Gamberini era il degno capitano della rosa di giocatori a sua disposizione, aggirò la domanda dicendo che in un gruppo esiste chi ha la fascia, anche se poi in realtà i veri leader possono essere anche altri. Leader che, detto per inciso, non ci sono nella Fiorentina attuale. Una infatti delle vere e più importanti sconfitte viola, dopo quella sul campo rimediata sabato scorso dalla Juventus, è il fatto che nessun giocatore, anche se la società avesse imposto un silenzio stampa, abbia voluto metterci la faccia davanti a telecamere e taccuini, per chiedere scusa alla gente, alla piazza, e alle oltre 30mila anime che sabato hanno assistito alla 'manita' bianconera.
Chi è sorpreso dal punto di non ritorno in cui è caduta la Fiorentina evidentemente sottovaluta quella doppia cessione, avvenuta nel gennaio 2010, di capitano e vicecapitano, Dario Dainelli e Martin Jorgensen. A fronte infatti di una campagna acquisti fallimentare, che portò Bolatti e Keirrison oltre che Felipe e Ljajic (quest'ultimi due ancora presenti, e vergognosamente ancora a stipendio), la stampa 'amica' del club fece trapelare una bugia: Dainelli in rotta con Prandelli. Discussioni, anche forti, fra tecnico e giocatore ce n'erano state, ma in realtà furono l'ormai ex d.s. e il procuratore del difensore a 'tramare' una sorta di vendetta contro Prandelli, mai troppo digerito per la meritocrazia delle sue scelte. La partenza di Jorgensen - come quella di Ujfalusi soltanto sei mesi prima - fu causata dalle stesse motivazioni che hanno portato poi Montolivo a non rinnovare, e Gilardino a 'fuggire' dal club. Si cercò di responsabilizzare il gruppo e fu scelto lo stesso Montolivo come nuovo capitano, mentre i soliti dirigenti soffiarono alle spalle di Frey, per mettere ancora una volta in cattiva luce Prandelli, il quale non aveva voluto prendere posizione in merito.
E siamo alla scorsa estate, dove in un triste pomeriggio a Cortina d'Ampezzo arrivò la decisione di Diego Della Valle di togliere la fascia a chi non aveva voluto rinnovare il contratto con la Fiorentina. La squadra però (e anche Mihajlovic) era contraria a quella presa di posizione, tanto che quando Corvino entrò nello spogliatoio per dare un pezzo di carta a Behrami da leggere in conferenza stampa, per avvalorare la scelta della società per il nuovo capitano, che sarebbe divenuto Alessandro Gamberini, il mediano svizzero si rifiutò, dando così il benservito al nuovo leader, della società ma non del gruppo. Gamberini si è contraddistinto in questi mesi per un atteggiamento quasi di menefreghismo davanti ai molteplici comportamenti poco professionali dei compagni, per non averci mai messo la faccia dopo cocenti sconfitte, e per un'involuzione tecnica spaventosa. Sabato scorso, pur non essendo sceso in campo, ha replicato, evitando 'scuse' più o meno formali. Premesso il fatto che neanche Jovetic, attuale vice capitano, sembra un leader adatto alla Fiorentina che verrà, a Genova, domenica prossima, dopo la figuraccia contro la Juventus, nessuno merita di indossare quella fascia portata con onore negli anni da gente come Antognoni, Rui Costa, Batistuta e Roberto Baggio. Nel frattempo qualcuno in società pensi a come rimediare, anche da questo punto di vista. Perché è anche per questi particolari che la Fiorentina merita la retrocessione, a prescindere da ciò che poi sarà la classifica finale a maggio.