La memoria per una società di calcio è qualcosa di determinante, soprattutto per i tifosi. A Firenze, poi, la storia della Fiorentina è un vero e proprio culto, visto che essendoci una sola squadra in città, il legame a doppio filo fra cittadini e colori sociali è paragonabile ad una religione. Purtroppo non si può dire che la stessa cosa sia vissuta dai massimi dirigenti viola, viste le molteplici brutte figure. Diego Della Valle è ancora convinto di aver salvato dal fallimento il club quando lo rilevò dieci anni fa, invece ha semplicemente acquistato gratis il pacchetto di maggioranza, dovendo perfino ricomprare titoli sportivi e trofei. Andrea Della Valle a malapena ricorda gli anni degli scudetti, e sono molteplici i racconti di ex viola che gli si sono parati davanti in tribuna autorità senza essere riconosciuti.
Inutile stare qui a ricordare l'ostracismo verso uno che alla Fiorentina ha dato corpo ed anima come Giancarlo Antognoni, perfino mancato di rispetto su Facebook dal responsabile della comunicazione, giusto un anno fa, o l'ex d.s. Corvino che parlava di scudetti e Champions League conquistate per piazzamenti al terzo o quarto posto in classifica. Un po' come se nella bacheca viola per i quattro secondi posti fra il 1956 ed il 1960 ci fosse una mensola a parte. L'idiosincrasia fra la storia del club di via Manfredo Fanti e i Della Valle è nota, anche se dei passi in avanti sono stati fatti, soprattutto per merito del Museo Associazione Calcio Fiorentina, il cui presidente è Andrea Claudio Galluzzo.
Stasera la Fiorentina solleverà il velo sulle maglie per la prossima stagione, firmate dal nuovo sponsor tecnico Joma. Le anticipazioni parlano di un recupero, nella terza maglia, dei colori storici della città: rosso e bianco. Una delle prime conversazioni nello spogliatoio gigliato, in questa prima parte di raduno, è stata incentrata sull'assegnazione dei numeri. Jovetic vorrebbe conservare il suo numero 8, mentre ridendo e scherzando Ruben Olivera ha chiesto la conferma del 10. Ecco, se il montenegrino decide di non voler prendere quella maglia storica, indossata da gente del calibro di Antognoni, De Sisti, Rui Costa, Roberto Baggio e Mutu, che il club abbia cuore: non la assegni.
E se Babacar, che è stato ceduto al Padova, ha lasciato libero il numero 9, che a nessuno venga in mente di assegnarlo al carneade El Hamdaoui o ad un Borriello e Matri che verrà. Quella maglia l'ha vestita un signore il cui nome è Gabriel Omar Batistuta. Siccome la Fiorentina tiene molto all'aspetto economico e al merchandising, evitiamo insulti, e se è possibile, a meno di un top player, anche quel numero venga lasciato libero. La storia, specie a Firenze, bisogna saperla rispettare.