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    Fiorentina, Montella passa da Guardiola a Ventura

    Fiorentina, Montella passa da Guardiola a Ventura

    • Luca Cellini
    Fra un po’ Vincenzo Montella ammetterà anche davanti alla stampa che passare dal 4-3-3 al 3-5-2 ha portato dei cambiamenti per la sua Fiorentina. Dopo aver predicato per anni il verbo che la sua squadra per ottenere non saltuariamente risultati positivi, avrebbe dovuto per forza fare gioco, non snaturando la propria natura calcistica, forse qualcosa si è modificato recentemente tanto da aver fatto cambiare idea, nella pratica, anche all’allenatore classe ’74 di Castello di Cisterna. La gara contro il Torino di otto giorni fa potrebbe aver fatto da spartiacque ad un nuovo modo di vedere il calcio. Nato come calciatore con maestri quali Boskov, Mazzone ma soprattutto Fabio Capello, l’Aeroplanino prima di diventare allenatore nel settore giovanile giallorosso si è abbeverato ad inizio anni 2000 alla fonte principale dei tecnici giovanili: Pep Guardiola.

    Non si può infatti non considerare Montella un pittore calcistico della scuola del guardiolismo, ovvero possesso palla, molto gioco orizzontale, e fase offensiva con l’utilizzo non per forza di una prima punta di peso, come i vecchi canoni soprattutto del mondo del pallone italico dettavano. Nasceva così la Fiorentina 2012-2013 che aveva in attacco principalmente il duo Jovetic-Ljajic, che utilizzava il doppio regista Borja Valero-Pizarro come Xavi-Iniesta, e con Gonzalo Rodriguez come faro della ripartenza del gioco dalla difesa, come Mascherano in maglia blaugrana, ovvero un ex mediano dai piedi buoni, divenuto difensore centrale. Quella squadra sorprese tutti nel gioco e nei risultati, meritando di arrivare terza sul campo, e poi sorpassata nelle ultime curve del campionato dal Milan.

    La manovra gigliata però è stata studiata, analizzata e vivisezionata prima dalle avversarie della Fiorentina in campionato e poi anche in campo europeo, e pur dominando sul piano del gioco, difficilmente si è tornati a vedere una squadra così brillante, nell’anno e mezzo successivo, come è accaduto nei primi 12 mesi di gestione Montella. Tanto che, spesso, quando è la formazione gigliata a dover far gioco, soprattutto in casa, sono le formazioni avversarie ad ottenere risultati. L’esempio proprio contro il Torino: quasi il 70% di possesso palla, una dozzina di chance non concretizzate sottoporta, ed 1 a 0 recuperato dai granata 2’ dopo essere stato momentaneamente trovato. “E’il nostro modo di fare calcio,spagnoleggiante, sempre alla ricerca del risultato attraverso il gioco” raccontava nel post partita contro il Tottenham giovedì scorso Andrea Della Valle. E allora cosa fare per rimediare? Imparare qualcosa anche dal sano vecchio calcio italiano. C’è chi lo chiama contropiede, chi sfruttamento delle ripartenze. Andate a vedere come ha giocato la Fiorentina nel primo tempo contro gli Spurs 6 giorni fa: tutti raccolti dietro, con due linee maginot davanti a Neto, e lanci per l’unica vera punta Gomez, o assist filtranti per Salah.

    Montella ha dichiarato nel post gara della sfida di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League: “Abbiamo dovuto snaturare il nostro modo di giocare perché contava la qualificazione al prossimo turno e perché avevamo giocatori, soprattutto a centrocampo, con caratteristiche simili tali da non dover per forza fare calcio come è nostra abitudine”. Ieri a San Siro più o meno stessa identica cosa, con alla fine l'Inter che ha chiuso con quasi il 70% di possesso palla ma ha perso. Può darsi che i risultati si ottengano con ripetitività di metodo e di gioco, sta di fatto che fra qualche anno, quando si controlleranno gli almanacchi, si vedrà solo che la Fiorentina ha ottenuto di disputare un altro turno di Europa League eliminando gli Spurs. Il fatto che si sia applicato il metodo di mister Libidine, rispetto a quello di Guardiola, rimarrà solo nella mente di Montella, che evidentemente ha fatto suo il must di Fabio Capello a Coverciano: “Non è importante come arrivi al successo tecnico, ma che ottieni il risultato che ti sei prefissato”.

     

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