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    Fiorentina, Montella ha cambiato mentalità

    Fiorentina, Montella ha cambiato mentalità

    • Luca Cellini

    Una delle doti maggiormente riconosciute al tecnico Vincenzo Montella, fin dal suo arrivo sulla panchina della Fiorentina, è di aver dato delle regole al suo gruppo, e aver fatto sì che negli allenamenti si creasse quello spirito competitivo tale da rendere molto alto il livello del lavoro e molto ambito l'ottenimento di una maglia da titolare. Tuttavia dopo un mercato di gennaio non esattamente all'altezza di quelle che erano le esigenze di una squadra in piena lotta per l'Europa (tanti buoni prospetti e poche certezze), e a causa del fatto che alcuni giocatori sovrautilizzati stanno pagando il fatto di essere andati 'a tavoletta' da inizio stagione, l'allenatore viola ha adottato un cambio di mentalità nelle sostituzioni. Se infatti ad esempio, nel successo prestigioso di San Siro contro il Milan, il mister attraverso i giocatori subentrati aveva mandato segnali di coraggio e 'spirito offensivo', con El Hamdaoui e Mati Fernandez che presero il posto di Ljajic e Aquilani sul risultato ancora in bilico di 1-2 per i viola, nelle ultime due gare le sostituzioni hanno chiaramente dimostrato come Montella non si fidi della tenuta di certi giocatori, e sia più portato a difendere che ad attaccare.

    Mai visto così irritato, Montella, come dopo una domanda sulle sostituzioni 'ritardate' a Bologna. Al 'Dall'Ara' forse l'esempio migliore del suo cambio di mentalità: nessuna variazione fino all'81', segno che di chi aveva a fianco a sé in panchina non si fidasse tanto, visto che i viola erano in netta difficoltà da inizio ripresa contro la squadra di Pioli. Poi un cambio, un minuto prima del vantaggio di Diamanti e compagni, con un centrocampista (Sissoko) che ha preso il posto di un attaccante (Ljajic), e subito dopo il 2-1 l'ingresso di due punte nell'arco di un giro di lancette. Anche le sostituzioni contro il Chievo hanno fatto discutere: premesso che Corini ha letto meglio la gara nel primo tempo, visto l'inserimento di Cofie che ha messo in difficoltà la Fiorentina sulla linea mediana, i cambi di Montella (Romulo per Ljajic ad inizio ripresa, poi Larrondo per Jovetic e infine, neanche il tempo di godersi il vantaggio, l'ingresso di Migliaccio per Toni) hanno dimostrato che il tecnico viola non ha proprio le idee chiare: non solo ha cambiato modulo in corsa, ma ha di fatto 'bocciato' alcuni elementi come Wolski, El Hamdaoui, Roncaglia e Sissoko.

    La grande fortuna di Montella è avere a propria disposizione uno staff tecnico molto preparato: il responsabile tattico Simone Montanaro e il collaboratore tecnico Nicola Caccia fino ad oggi si sono dimostrati un vero valore aggiunto, soprattutto fra primo e il secondo tempo, leggendo la partita 'dall'alto', in particolare quando la Fiorentina gioca in casa, e suggerendo a Montella i giusti cambi. Questo valore aggiunto però nell'ultimo periodo sembra essere venuto un po' meno perché, al netto del fortunoso cambio che ha visto l'ingresso di Larrondo domenica scorsa, autore di un gol più rocambolesco che cercato, le sostituzioni sembrano non fare più la differenza. L'allenatore gigliato evidentemente in questo caso paga la sua inesperienza, ma la Fiorentina, nata per essere una formazione d'attacco, ha bisogno di invertire la tendenza, visto che pare essere diventata rinunciaria e meno propositiva. E chissà che il segnale dato con la prima sostituzione 'tattica' di Jovetic, avvenuta domenica scorsa, non lasci presagire un ennesimo cambio di mentalità, prevedendo una squadra che non sia legata per forza al proprio giocatore più forte tecnicamente. Quando Montella ha fatto fuori il 'top player' del Catania l'anno scorso (Maxi Lopez) non tanto casualmente la sua squadra ha trovato una sequenza molto lunga di risultati, sfiorando la conquista di un piazzamento nelle coppe Europee.

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