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Fiorentina-Milan: Montella incrocia di nuovo Inzaghi
Vincenzo Montella e Filippo Inzaghi, destini che tornano ad incrociarsi. Stasera si stringeranno nuovamente la mano, di fronte al pubblico del Franchi e pronti a giocarsi ambizioni ed orgoglio. Due aspetti che entrambi hanno nel dna fin dai primi passi nel calcio. Un anno soltanto divide questi due allenatori predestinati. Classe ’73 Inzaghi, del ’74 Montella. Due goleador di razza fino a pochi anni fa, capaci di totalizzare 543 reti in gare professionistiche: 316 per Inzaghi, 237 per Montella. Adesso si dividono le panchine di Fiorentina e Milan, coi viola saldamente al quinto posto in classifica e con altre due competizioni in pieno svolgimento tra Europa League e coppa Italia. Un po’ differente la questione per Pippo-gol, alle prese con un decimo posto non proprio esaltante e alla ricerca di continuità e brillantezza da infondere al suo gruppo. Lunedì il tecnico rossonero si giocherà una buona parte del suo futuro in società, con l’a.d. Adriano Galliani che da tempo ha messo gli occhi sull’aeroplanino e con le voci che si rincorrono da mesi sulla sponda Firenze-Milano. Eppure proprio qualche giorno fa Montella ha spazzato via ogni dubbio: “Non c’è alcuna possibilità che io lasci la Fiorentina”. Un messaggio chiaro che non è passato inosservato dalle parti di Milanello, dove infatti adesso circola un altro nome: quello di Maurizio Sarri dell’Empoli. “Pippo era più scarso rispetto a tanti bomber che hanno avuto la metà del suo successo, però nel suo lavoro ci ha messo rabbia, convinzione, tenacia. E questo ha pagato” - dirà Vincenzo alla vigilia della gara d’andata (terminata 1-1 al Meazza). “Se mi trova uno che fa 316 gol mi fa un piacere…” risponderà proprio Pippo a stretto giro di posta. I loro destini, però, si sono spesso incrociati. Prima con le maglie di Juventus e Roma, poi con quella comune della Nazionale italiana. Inzaghi e Montella, ricorda il quotidiano La Repubblica, edizione di Firenze, si sono ritrovati spesso l’uno di fronte all’altro. Pippo ha iniziato nelle giovanili del Piacenza per poi spiccare il volo tra Parma, Atalanta, Juventus e Milan. Ha conquistato tre scudetti con bianco neri e rossoneri, alzando anche due Champions League, due supercoppe europee, un mondiale per club, una coppa italiana ed una supercoppa tricolore. E soprattutto nel 2006 si è laureato campione del mondo. Vincenzo invece a 13 anni era già nelle giovanili dell’Empoli, per poi ritrovarsi al Genoa, alla Sampdoria (il vero salto) e alla Roma. Qui ha contribuito in maniera massiccia allo scudetto del 2001. Un anno d’oro che gli permise di vincere anche la supercoppa italiana proprio contro la Fiorentina. Destini faccia a faccia. Come quando nell’anno dello scudetto Montella segna al ’90, a Torino, il gol del 2-2 definitivo col quale i giallorossi tengono a distanza i bianco neri nella lotta al titolo. La loro storia si intreccia anche in nazionale, con la staffetta agli europei 2000 e al mondiale 2002. Entrambi poi condividono le stesse ambizioni dopo il ritiro dal calcio giocato. Ovvero sedersi su una panchina ed iniziare il percorso che adesso li vede protagonisti con i colori viola e rossoneri. Già, perché entrambi arrivano in prima squadra ma con percorsi diversi. Inzaghi si ritira dal calcio giocato nel 2012 e, subito, prende le redini degli allievi nazionali prima e della primavera poi. Con questa squadra conquista il torneo di Viareggio e nell’estate del 2014 viene promosso alla guida della prima squadra del Milan, sostituendo l’ex compagno Clarence Seedorf. Montella invece smette nel 2009 ed inizia ad allenare i giovanissimi nazionali della Roma. Poi viene catapultato in prima squadra nel febbraio 2011 per rilevare l’esonerato Claudio Ranieri. Ottimi risultati e sesto posto finale. Niente da fare, però, perché gli viene preferito Luis Enrique l’anno successivo. Allora Vincenzo fa le valigie e trasloca a Catania nel 2011-2012: record di punti e salto definitivo nell’estate del 2012. A Firenze. Dove riporta entusiasmo, gioco, risultati. Adesso è alla ricerca del primo trofeo nella storia dei Della Valle, dopo aver sfiorato la coppa Italia lo scorso anno. Al momento i viola hanno sette punti in più rispetto ai rossoneri (42 vs 35). L’aeroplanino sta dimostrando di poter spiccare il volo anche nella sua nuova carriera da allenatore. Proprio come quando esultava dopo un gol. Inzaghi invece fatica e continua a rimanere in bilico, pressato dalle voci di un imminente cambio alla guida del Milan. Sarà. Ma quando Montella ed Inzaghi si incontrano, c’è da scommetterci, la sfida si rinnova. Tra passato, presente e (soprattutto) futuro. Il loro.