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    Fiorentina, Matos: c'è il Siena, poteva essere il suo futuro

    Fiorentina, Matos: c'è il Siena, poteva essere il suo futuro

    • Luca Cellini

    La trattativa fra i d.s. di Fiorentina e Siena, amici da quasi vent’anni, e collaboratori sul mercato anche nelle sessioni che hanno caratterizzato l’annata precedente, comincia ad inizio luglio scorso. Stefano Antonelli chiede la disponibilità per la cessione in prestito di Ryder Matos al pariruolo Daniele Prade’, e quest’ultimo, stante una rosa viola abbondante nel parco attaccanti, e che si sarebbe numericamente rinforzata da lì a poco con l’avvento di Mario Gomez, acconsente. Solo che il ragazzino timido e gracile partito da Firenze per il Brasile nell’estate 2012, un anno dopo quando si presenta nel pre ritiro gigliato di Montecatini Terme a disposizione di Vincenzo Montella ed il suo staff, è trasformato. Il 13 luglio, al termine della prima settimana di allenamenti, nel test amichevole contro il Montecatini, Ryder Matos fa i numeri: crea sovrapposizioni, sforna assist, va vicino al gol. Poi fra le montagne della Val di Fassa, mentre Ljajic è fisso al cellulare con l’agente Fali Ramadani, con cui definisce l’exit strategy verso il Milan, poi bloccata da Andrea Della Valle a metà agosto, e Iakovenko non convince a pieno, con Jovetic nemmeno partito per Moena ed El Hamdaoui che cerca acquirenti, l’ex Primavera a disposizione di Renato Buso segna due gol all’Apollon Limassol, squadra che come la Fiorentina partecipera’ alla futura edizione d’Europa League. ‘Guardi Daniele per la cessione in prestito di Matos non se ne fa nulla’ dice piu’ o meno il 25 luglio scorso, al telefono, Montella a Daniele Prade’, che a sua volta, a malincuore, avvisa Antonelli. Ma davvero Matos ha soverchiato le gerarchie nella rosa viola, e si ritagliera’ il suo spazio fra Pasqual e compagni? Ebbene si signori, lo si può dire ad alta voce, 7 mesi dopo, con la complicità degli infortuni di Mario Gomez prima e Pepito Rossi poi, e della mancata crescita tecnica dell’acquistone Rebic, rivelatosi fin da subito acerbo, il classe ’93 di Seabra è diventato grande, e la sera in cui convince tutti delle sue qualità è fredda come mai sara’ il suo Brasile, a Dnipropetrovsk, dove regge da solo l’attacco gigliato, e conquista anche il rigore che permette al risultato di sbloccarsi. Ha giocato di fatto tutte le gare d’Europa League, segnando al Pacos de Ferreira ma anche al Pandurii, ed anche se Montella continua a sgridarlo a gara in corso (memorabile la furia del tecnico campano verso il suo numero 3o alla ‘Cluj Arena’), il mister della Fiorentina continua a dargli fiducia, e lo fara’ anch dopodomani sera, contro quello che per Matos poteva essere il suo futuro, e non lo è stato. Perché il ragazzino sta maturando sempre di piu’ e continuera’a farlo, almeno fino a giugno prossimo, con i piu’ grandi. Unico esempio di prodotto del settore giovanile vecchia gestione che sta completando il suo percorso, orgoglio di chi ogni giorno lavora da Pulcini alla Primavera, ed esempio preso da Andrea Della Valle alla recente festa del settore giovanile. Mica male per uno che doveva andare a Siena e che invece ha imparato a memoria l’inno dell’Europa League. 

     

     

     

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