Ljajic: il mal di pancia si chiama Milan
Le ultime parole su Ljajic, le ha pronunciate nel tardo pomeriggio di sabato scorso, al termine di Fiorentina - Apollon Limassol, il tecnico gigliato Vincenzo Montella.
"Le sue qualità si possono intuire, ha bisogno ancora di crescere, sarebbe meglio lo facesse qui ma poi esistono dinamiche contrattuali e di mercato che possono portare ad altre valutazioni. Siamo pronti a tutto. Negli ultimi giorni l'ho visto assillato da conflitti interni. Penso sia una cosa temporanea e potrebbe anche essere qualcosa di positivo. Finché è sereno lo prendo in considerazione a prescindere dal contratto, viceversa no".
Una frase tutt'altro che banale quella dell'allenatore viola, riconfermato a furor di popolo per almeno 3 anni dal club gigliato, sul futuro a media-breve scadenza di uno dei giocatori piu' di prospettiva ed interessanti della rosa della Fiorentina in vista della prossima stagione.
La domanda che tutti si sono posti è: che cosa è accaduto fra le dichiarazioni rassicuranti che la società guidata dalla famiglia Della Valle ha lasciato trapelare alla stampa soltanto una settimana fa e le parole di Montella dopo l'ultimo test amichevole a Moena?
A rileggerle bene non suonavano rassicuranti neanche le parole del presidente Mario Cognigni, nella prima domenica di ritiro viola in val di Fassa, e poi quelle di Andrea Della Valle, due giorni piu' tardi, che quando hanno parlato del ragazzo di Novi Sad, hanno descritto una situazione che a loro avviso non era prioritaria per la società gigliata: troppa sicurezza di venire a capo del problema con lo stesso Ljajic o molto piu' probabilmente sentore che qualcosa fra l'ex ragazzo prodigio del Partizan Belgrado e la Fiorentina, si sarebbe rotto nelle trattative per l'estensione del suo contratto, attuale scadenza giugno 2014?
Premesso che il club gigliato ha sempre gestito con una certa difficoltà i rinnovi dei calciatori a meno di 12 mesi dalla loro scadenza e che però il patron viola aveva rassicurato che stavolta non si sarebbe andati incontro ad un nuovo caso Montolivo, ovvero la perdita di un giocatore a costo zero. Ma tutti, nella sede di via Manfredo Fanti, sono consapevoli che, nonostante i rapporti fra Fiorentina e Milan si siano riallacciati dopo il rovente finale dello scorso campionato, a cercare di rompere una tela piu' volte ricucita sia Fali Ramadani, agente di Adem Ljajic.
Quest'ultimo, dopo aver piu' volte minacciato di far saltare anche l'affare fra il club guidato dalla famiglia Della Valle ed il Manchester City, per il passaggio dell'altro suo assistito, Jovetic ai Citizens, con l'intervento decisivo avvenuto per mano prima del d.s. Daniele Pradè e poi anche del presidente esecutivo Mario Cognigni nel costringere a più miti consigli il procuratore di origini albanese, residente a Berlino; ha nuovamente fatto una sorta di lavaggio del cervello all'attuale numero 22 della Fiorentina, che di fatto è stato escluso, anche diplomaticamente, dagli allenamenti in gruppo, negli ultimi 3 giorni di lavoro dei viola a Moena, amichevole contro i ciprioti compresa.
Ramadani, che ancora non riesce a digerire la 'sconfitta' infertagli dai massimi dirigenti gigliati, con il blocco posto alla cessione di Jojo alla Juventus, ha in mano una sorta di promessa del Milan per acquistare in questo mercato, magari ad agosto inoltrato, e a basso costo, proprio Adem Ljajic.
Tutto quello che la Fiorentina e soprattutto Vincenzo Montella avrebbero voluto scongiurare, visto che mancano poco piu' di 3 settimane al preliminare di Europa League e la stagione estiva è gia' iniziata.
I sintomi di mal di pancia, piu' che di mal di schiena, come ufficialmente comunicato negli ultimi giorni sono piu' evidenti che mai e c'è bisogno di capire entro poco tempo se, volendo evitare un nuovo caso Montolivo, si optera' per una cessione all'estero, oppure, opzione piu' probabile, sara' fissato presto un nuovo incontro fra l'agente del calciatore e i vertici della società, per arrivare ad un compromesso. Magari fissando una clausola rescissoria per la cessione di Ljajic fra un anno, ad una cifra tutt'altro che alta: 10 milioni di euro.