Fiorentina, Ljajic:| Lacrime, poi Mihajlovic...
Adem Ljajic quasi certamente non conosce la canzone di Francesco De Gregori 'La leva calcistica del '68', che in uno dei suoi versi più noti premia il coraggio di chi prova a tirare un calcio di rigore, una fra le responsabilità più importanti nel gioco del calcio, ma sicuramente da ieri ha capito che Firenze, nonostante lo scarso rendimento nei suoi oltre due anni da giocatore viola, non lo ha abbandonato. La maggioranza della tifoseria non ha infierito sull'ex Partizan Belgrado dopo l'errore di quest’ultimo dal dischetto, ahimé decisivo per il risultato finale, nel corso del secondo tempo della sfida fra Fiorentina e Inter. Uno scroscio di applausi ha salutato l'uscita dal campo dello stesso Ljajic, pochissimi istanti dopo la metà della ripresa; poco dopo è fuggito negli spogliatoi, dove si è lasciato andare in un lungo pianto, interrotto solo dall'abbraccio da Stevan Jovetic (ieri non disponibile) che è andato a consolarlo.
Anche capitan Pasqual, appena ne ha incrociato gli occhi, lo ha consolato a fine partita, e così gran parte della rosa viola, che con il serbo non ha certo un feeling particolare, visto che il classe '91 di Novi Pazar non ha legato se non con i connazionali, e nella sua vita fuori dal campo, spesso fatta di eccessi, coinvolge difficilmente i compagni di squadra. Delio Rossi gli parlerà solo oggi, alla ripresa degli allenamenti: gli dirà che il cambio in favore di Acosty non deve considerarlo come punitivo. Nella tarda serata di ieri il giocatore è stato inoltre raggiunto dalla telefonata del suo nuovo c.t. della Serbia, l'ex tecnico viola Sinisa Mihajlovic, che gli ha preannunciato una convocazione per i test amichevoli nel periodo pre-europeo.