2015 Getty Images
Fiorentina, ecco cosa non va: la crisi di Sousa spiegata in 5 punti
Che la Fiorentina stia segnando molto meno rispetto all'anno scorso pur incassando pochi gol è un dato ben noto a tutti. Ma alla luce della carenza di risultati per i viola in questo inizio di stagione ci sono ben cinque dettagli che è opportuno analizzare e i quali denotano delle differenze rispetto alla prima parte della scorsa in cui squadra gigliata faceva incetta di punti con un gioco spettacolare restando anche per un certo periodo in testa alla classifica.
Andando per ordine, rispetto ai primi 5 mesi di Sousa in panchina a Firenze, fino ad adesso senza dubbio è venuto a mancare l'effetto sorpresa, ovvero quello generato da un'insieme di elementi inediti e sconosciuti alle avversarie, come per esempio un Kalinic non molto noto ai difensori di Serie A, un centrocampo inedito formato da Badelj e Vecino e un modo del tutto nuovo di giocare per i gigliati, ovvero con i due trequartisti alle spalle della punta. Ma adesso tutto è cambiato: per le retroguardie delle altre squadre l'attaccante croato non è più un mistero, e risulta più semplice da tenere d'occhio, come del resto i trequartisti come Borja Valero e Ilicic che purtroppo almeno per il momento stanno rendendo al di sotto delle aspettative.
Badelj e Vecino insieme dall'inizio è un pezzo che non si vedono, e questo la dice lunga sulla fase di contenimento e impostazione a centrocampo. Altro dettaglio che per adesso manca, o meglio, non si è mai visto, è l'imprevedibilità. Anche per alcuni dei motivi citati poco fa la squadra viola è diventata facilmente leggibile, come del resto la sua manovra, con la quale l'anno scorso riusciva a regalare spunti di fantasia tramite la tecnica dei singoli tipo Borja Valero e Ilicic, Non solo, mancano soluzioni improvvisate a metà partita come le giocate di Bernardeschi, ora in un momento non brillantissimo ma anche, se si può aprire una parentesi sulla seconda parte della stagione scorsa, di uno scatenato Zarate, abile a cogliere impreparati gli avversari con i suoi numeri.
Citando questi due giocatori si va a prendere in esame un'altra caratteristica che per adesso si nota soltanto per la sua assenza: la velocità. Da parte di tutta la squadra la manovra appare infatti molto più lenta rispetto ai mesi scorsi, dove bastava la rapidità di Kalinic in contropiede per mettere in difficoltà qualunque squadra , ma anche le accelerazioni di Bernardeschi o di un Alonso che ora non è più sulle rive dell'Arno, e che rendevano molto più fluida la manovra sulle corsie ma anche in fase offensiva. In questo senso diventa paradossale che, pur spendendo meno energie sulla corsa, la tenuta fisica dei giocatori viola verso la fine della gara sia sempre in calo; di conseguenza questo consente alle altre compagini di aggredire di più, quando invece soprattutto nelle prime partite dell'anno scorso non veniva mollato un centimetro.
L'ultima differenza rispetto alla scorsa stagione è che per adesso non si è notata la presenza di un leader nel gruppo, un condottiero silenzioso e uomo spogliatoio come Manuel Pasqual, il quale, pur non giocando sempre, riusciva a trasmettere ai compagni i valori e la voglia di lottare per una maglia importante come quella gigliata. Gli eredi per questo ruolo non mancano di certo, basti pensare a uomini di esperienza come Gonzalo Rodriguez e Astori, oppure Borja Valero che ormai si sente legatissimo alla squadra e alla città. Potenzialmente la Fiorentina può quindi continuare a dare tanto e fare anche meglio dell'anno scorso, ma prima è necessario fare il quadro della situazione per capire dove poter intervenire e migliorare, dato che sulla carta almeno la squadra è più completa e competitiva di 12 mesi fa.
Andando per ordine, rispetto ai primi 5 mesi di Sousa in panchina a Firenze, fino ad adesso senza dubbio è venuto a mancare l'effetto sorpresa, ovvero quello generato da un'insieme di elementi inediti e sconosciuti alle avversarie, come per esempio un Kalinic non molto noto ai difensori di Serie A, un centrocampo inedito formato da Badelj e Vecino e un modo del tutto nuovo di giocare per i gigliati, ovvero con i due trequartisti alle spalle della punta. Ma adesso tutto è cambiato: per le retroguardie delle altre squadre l'attaccante croato non è più un mistero, e risulta più semplice da tenere d'occhio, come del resto i trequartisti come Borja Valero e Ilicic che purtroppo almeno per il momento stanno rendendo al di sotto delle aspettative.
Badelj e Vecino insieme dall'inizio è un pezzo che non si vedono, e questo la dice lunga sulla fase di contenimento e impostazione a centrocampo. Altro dettaglio che per adesso manca, o meglio, non si è mai visto, è l'imprevedibilità. Anche per alcuni dei motivi citati poco fa la squadra viola è diventata facilmente leggibile, come del resto la sua manovra, con la quale l'anno scorso riusciva a regalare spunti di fantasia tramite la tecnica dei singoli tipo Borja Valero e Ilicic, Non solo, mancano soluzioni improvvisate a metà partita come le giocate di Bernardeschi, ora in un momento non brillantissimo ma anche, se si può aprire una parentesi sulla seconda parte della stagione scorsa, di uno scatenato Zarate, abile a cogliere impreparati gli avversari con i suoi numeri.
Citando questi due giocatori si va a prendere in esame un'altra caratteristica che per adesso si nota soltanto per la sua assenza: la velocità. Da parte di tutta la squadra la manovra appare infatti molto più lenta rispetto ai mesi scorsi, dove bastava la rapidità di Kalinic in contropiede per mettere in difficoltà qualunque squadra , ma anche le accelerazioni di Bernardeschi o di un Alonso che ora non è più sulle rive dell'Arno, e che rendevano molto più fluida la manovra sulle corsie ma anche in fase offensiva. In questo senso diventa paradossale che, pur spendendo meno energie sulla corsa, la tenuta fisica dei giocatori viola verso la fine della gara sia sempre in calo; di conseguenza questo consente alle altre compagini di aggredire di più, quando invece soprattutto nelle prime partite dell'anno scorso non veniva mollato un centimetro.
L'ultima differenza rispetto alla scorsa stagione è che per adesso non si è notata la presenza di un leader nel gruppo, un condottiero silenzioso e uomo spogliatoio come Manuel Pasqual, il quale, pur non giocando sempre, riusciva a trasmettere ai compagni i valori e la voglia di lottare per una maglia importante come quella gigliata. Gli eredi per questo ruolo non mancano di certo, basti pensare a uomini di esperienza come Gonzalo Rodriguez e Astori, oppure Borja Valero che ormai si sente legatissimo alla squadra e alla città. Potenzialmente la Fiorentina può quindi continuare a dare tanto e fare anche meglio dell'anno scorso, ma prima è necessario fare il quadro della situazione per capire dove poter intervenire e migliorare, dato che sulla carta almeno la squadra è più completa e competitiva di 12 mesi fa.