Fiorentina, l'ex De Sisti:| 'Scudetto non impossibile'
Alla stazione domenica sera erano più di mille, bagnati e felici. Mille tifosi viola ad accogliere la squadra reduce dall'impresa di San Siro, e a rappresentare una città che la parolina non vuole pronunciarla, ma gongola sorniona. Parola d'ordine: tutti zitti. Il portiere-tifoso Viviano minaccia di chiamare... l'esorcista, l'autore della rivoluzione tecnica gigliata, il ds Daniele Pradè, sparge a piene mani prudenza: 'La Fiorentina non è tra le pretendenti allo scudetto - spiega - certo siamo sorpresi dai risultati, e ce li godiamo insieme al bel gioco: su quello ci speravamo'. Ma di scudetto si parla eccome, e il ricordo vola ad una squadra di fine anni '60, fatta di ragazzi di talento, anche quella partita senza i favori del pronostico, ma arrivata alla mèta memorabile. E infatti, è proprio il capitano di quella squadra a osare l'inosabile... 'Lo scudetto? Sembra solo un discorso futuribile, ma io sono possibilista, chi gioca bene ha anche l'opportunità di raccogliere grandi risultati - dice Giancarlo Picchio De Sisti - la verità è che la squadra ha tenuto botta contro ogni avversaria. Anzi, anche quando ha perso mi ha convinto, per esempio nella partita persa immeritatamente con l'Inter'.
Si è detto spesso che manchi qualcosa, una grande punta per esempio... 'Beh, in effetti forse è questo l'unico handicap della Fiorentina - spiega De Sisti -, però andiamoci piano e aspettiamo. Per esempio si era detto che Toni era una minestra riscaldata, però io vedo che la palla la butta ancora dentro e quando non segna fa gli assist...'. Pensi che a gennaio si dovrebbe far di tutto per inserire un grande attaccante? 'Non lo so. Ora funziona tutto, sembra quasi un peccato alterare l'equilibrio, la squadra ha un gioco globale, sempre palla a terra, sempre ordinata. Certo, arrivasse un Van Basten... ma inserire giocatori di valore non assoluto potrebbe invece non convenire'. Con la tua esperienza, qual è il compito di oggi? 'Andiamo a fari spenti. La Fiorentina deve fare l'outsider ed essere consapevole di potersela giocare con tutte. Adesso le danno credito solo per il bel gioco e ancora non fa paura, ma chissà fra tre mesi: magari se ne accorgeranno ma sarà troppo tardi per loro...'.
(Il Tirreno)