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  • Fiorentina-Juventus:| Storie di rivalità e mercato

    Fiorentina-Juventus:| Storie di rivalità e mercato

    • L.C.

    Amici mai. Nemici neanche, a dirla tutta. Rivali per sempre sugli spalti, a volte in perfetta sintonia sul mercato. Accade anche questo nel mondo del pallone. Fiorentina e Juventus sono due opposti che si attraggono. Eccome. Perché i tifosi non si possono vedere, ma i dirigenti spesso si ritrovano (o si son ritrovati) attorno ad un tavolo. Negli ultimi anni è accaduto. Incroci strani, trattative improvvise e scambi cervellotici. Questione di opportunità, e di occasioni. Prendere Felipe Melo per credere. Uno che alla prima apparizione con la maglia viola (amichevole contro il Barcellona) si presentò sotto la Fiesole agitando la folla. Un trascinatore, il nuovo leader del centrocampo, dicevano. Una storia d'amore fatta di cori vintage ('Picchia per noi, Felipe Melo') e di tradimenti imperdonabili. Un anno, e poi la Juve. Impossibile rifiutare. Per lui, ma anche e soprattutto per la società. Una maxi operazione, fatta di 18 milioni cash più i cartellini di Marchionni e Cristiano Zanetti. Storia di un paio di estati fa, ultimo di una lunga serie di accordi.

    Tutto iniziò col ritorno in serie A della Fiorentina dopo il dramma del fallimento. Servivano giocatori importanti e alleati ai quali appoggiarsi. L'allora direttore generale viola, Fabrizio Lucchesi, non ebbe dubbi. La Juventus e Luciano Moggi. Arrivarono così Chiellini, Miccoli e Maresca. Un prestito e due comproprietà. In tutto circa 12 milioni di euro. Roba che permise alla Vecchia Signora di dare l'assalto decisivo (era l'ultimo giorno di mercato) a gente come Ibrahimovic e Cannavaro. Un affare. Per i bianconeri. Vennero poi Corvino, un paio di battute al veleno con Big Luciano ed un taglio netto al rapporto preferenziale con gli eterni rivali. Via tutti e tre, rispediti a Torino dopo una stagione vissuta fino all'ultimo respiro con l'incubo della retrocessione. Una pausa di riflessione, più che un'interruzione. Un anno dopo infatti, era il purtroppo indimenticabile 2006, infuriava calciopoli e Fiorentina e Juve tornarono a cercarsi. Bojinov da una parte (in bianconero), Mutu dall'altra (in viola). Un affare anche questo, stavolta per i Della Valle. Una volta per uno non fa male a nessuno. Da veri amici.

    Altro giro altra corsa, nell'estate 2008 è il turno di Federico Balzaretti. Uno abituato, ai cambi audaci. Dal Torino alla Juve prima, dai bianconeri alla Fiorentina poi. Tre milioni e ottocentomila euro. Un bel colpo, in teoria. Non in pratica, perché il terzino entrò presto in rotta di collisione con Prandelli e scappò da Firenze a gambe levate. Lo ha preso il Palermo, e si è conquistato la Nazionale. Un'operazione all'anno. Un appuntamento fisso, quasi. Ultimo venne (appunto) Felipe Melo, con Zanetti e Marchionni annessi. Una trattativa preparata per mesi e nascosta il più possibile, con tanto di clausola rescissoria inventata last minute per risponderne davanti ai tifosi. 'Dipende dal ragazzo, se porta una squadra disposta a pagare quei soldi noi non possiamo far niente', spiegava Corvino. Detto, fatto. Ci hanno riprovato negli ultimi mesi. Con Vargas prima, con Gilardino poi. Due che alla Juventus piacevano (e piacciono) da matti, ma che han pagato il prezzo del mediano brasiliano. Troppo scottati dall'affaire Melo i dirigenti della Vecchia Signora per azzardare ancora. Col peruviano, soprattutto.

    Tutto finito? Forse no. Marotta e il diesse della Fiorentina sono in ottimi rapporti (nonostante Cassano e il dietrofront blucerchiato) e si sentono spesso. Uno chiede Gila ed offre Amauri, l'altro pretende Sissoko e provoca con Matri. Si annusano e fiutano l'ennesimo affare. Qualcuno parla addirittura di Montolivo. A Torino ci pensano (eccome), a Firenze rifiutano. Va bene tutto, ma il capitano no. Storie di calcio misto a tifo. Antipatia da una parte, stima reciproca dall'altra. Con dei limiti. Il centrocampista di Caravaggio potrebbe pure partire (faranno di tutto per convincerlo a restare), ma non lo daranno mai (assicurano) alla Juventus. Un po' come Prandelli. Siamo amici ma non lo diciamo a nessuno e, se serve, si tira fuori la rivalità. E' la lunga storia di Fiorentna-Juventus. Opposti che si attraggono, senza che nessuno se ne accorga.

    (La Repubblica - Edizione Firenze)

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