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    Fiorentina-Juventus e Napoli-Porto: l'analisi tattica di Benny Carbone

    Fiorentina-Juventus e Napoli-Porto: l'analisi tattica di Benny Carbone

    • Benny Carbone

    All'Artemio Franchi si affrontano stasera due squadre che si conoscono molto bene, poiché si sono scontrate 3 volte in due settimane: la Fiorentina di Montella con il 4-3-1-2 e la Juventus di Conte che con il suo tipico 3-5-2 deve cercare di recuperare il risultato di 1-1 dell'andata. 

    La partita si apre con un grande approccio della Fiorentina, che per i primi 15 minuti è veramente aggressiva e attacca molto alta la Juventus, che va in inferiorità numerica a centrocampo. Anche in questa partita di ritorno Montella decide di tenere Borja Valero su Pirlo, accentuando così il pressing che porta ad alcune occasioni da gol per i viola. La Juve riesce a ripartire sporadicamente contro la difesa viola, che va in difficoltà solo quando la Juve fa un cambio di gioco sul quinto opposto e i terzini (Cuadrado e Tomovic) devono fare la diagonale difensiva arrivando in ritardo. 


    A livello tattico, Montella ripropone le stesse scelte tattiche dell'andata: Ilicic e Gomez contro i tre di difesa della squadra di Conte, Borja Valero sempre su Pirlo, Cuadrado su Asamoah e Tomovic su Isla. Dall'altra parte Conte fa uscire sui terzini della Fiorentina gli interni (Pogba e Vidal) tenendo il quinto di parte in copertura su un eventuale inserimento e facendo stringere sulla parte opposta l'altro interno ed il quinto opposto in copertura sui centrocampisti viola. Da notare la posizione di Pirlo, che si alza in marcatura su Pizarro e la posizione di Ilicic, perché se quest'ultimo si allarga sull'esterno allora è il quinto a prenderlo con il centrale difensivo di parte attento agli inserimenti. 

    Dopo mezz'ora la partita è un po' più aperta: si verificano continui capovolgimenti di gioco da una parte e dall'altra ad altissima intensità come una vera partita europea. Finisce sullo 0-0 un ottimo primo tempo della Fiorentina, che si è distinta per intensità e mentalità. Da evidenziare sin qui la prestazione di Cuadrado, che riesce a fare la fase difensiva e quella offensiva con la stessa intensità. 

    L' inizio del secondo tempo è molto equilibrato, con la Juventus che cerca di fare gioco e la Fiorentina che riparte in maniera molto pericolosa specialmente con Cuadrado. Fino al 60' l'impressione che arriva è quella di una Fiorentina molto più viva, soprattutto a livello atletico, e con la Juve che ad ogni ripartenza dei viola sembra andare in difficoltà. La partita si sblocca al 69', quando Gonzalo Rodriguez viene espulso per somma di ammonizioni con un fallo al limite dell'area su Llorente; la punizione è battuta da Pirlo, che dimostra ancora una volta di essere un fuoriclasse insaccando alle spalle di Neto. Montella passa a un 4-3-1-1 sostituendo Ilicic con Roncaglia, tenendo Ambrosini (subentrato all'infortunato Pizarro) mediano basso, utilizzando qualità d'interni Aquilani e Vargas, mentre Borja Valero orbita attorno a Matri (subentrato a Mario Gomez). 

    Con un uomo in meno la Fiorentina adesso si ritrova ad abbassare il baricentro cercando di ripartire, mentre la partita è in discesa per la Juve: i ritmi si abbassano e la Juve domina il campo fino alla fine della partita con un possesso palla sostenuto che in un paio di volte ha rischiato pure di condurre al secondo gol. La partita termina sul punteggio di 0-1 che vede la Juventus ai quarti di finale grazie a un Pirlo in più. A mio avviso va lodata la Fiorentina, che si è giocata la partita apertamente e nel primo tempo meritava di passare in vantaggio

     

    NAPOLI-PORTO: 

    Il Napoli di Benitez si presenta al San Paolo con il suo 4-2-3-1, mentre il Porto di Castro, allenatore solo da poche partite, si presenta con un 4-3-3. Grande, anzi grandissimo avvio del Napoli, che gioca un calcio entusiasmante: intensità serratissima e qualità elevata, che fanno sfiorare il gol più volte alla squadra di Benitez grazie agli esterni (Insigne e Mertens) che vanno a giocare tra le due linee, creando tanti problemi alla squadra portoghese; lo stesso Pandev riesce a ricevere palla, a girarsi e a puntare per poi suggerire assist ai suoi compagni. 

    A livello tattico è ottima la fase di non possesso del Napoli: Higuain sui due centrali difensivi, gli esterni alti che vanno sui terzini del Porto (Danilo e Ricardo), Pandev gioca sul loro mediano basso (Fernando), Inler e Behrami sulle loro due mezzali (Defour e Carlos Eduardo), gli esterni bassi (Henrique e Goulham) che attaccano i loro esterni alti (Varela e Quaresma) lasciando i due centrali del Napoli con il loro attaccante (Jackson Martinez); inoltre la squadra partenopea chiude le linee di passaggio molto bene, Higuain indirizza sull'esterno e poi pressa attaccando tutti in avanti. 

    Nel Porto invece, la punta che balla tra i due centrali, gli esterni alti vanno con gli esterni bassi del Napoli, il mediano basso che fa da schermo davanti alla difesa, gli esterni bassi marcano quelli alti del Napoli, i due centrali curano Higuain e quando una dei due centrocampisti del Napoli si abbassa per fare gioco viene preso dall'interno di parte. 

    Al 20' si sblocca la partita: grande ripartenza del Napoli con palla conquistata a centrocampo da Pandev, che serve in profondità Higuain, il quale serve un assist al bacio per lo stesso Pandev, che taglia dietro il centrale e insacca con un colpo di fino. Vantaggio meritatissimo perché per tutto il primo tempo ha giocato solo il Napoli, mentre il Porto non riesce a impensierire la squadra partenopea. Il primo tempo finisce sul punteggio di 1-0, che tutto sommato sta un po' stretto al Napoli che aveva creato molto. 

    Il secondo tempo inizia allo stesso modo con un Napoli cattivo, aggressivo, intenso e perfetto in fase di non possesso: le linee sono compatte e le marcature preventive sono impeccabili. Vorrei spendere due parole su Henrique: il brasiliano gioca benissimo anche in un ruolo non propriamente suo (quello di terzino destro) dando un grande apporto sia in attacco che in difesa, dimostrando così la sua duttilità e la sua utilità tattica. 

    La partita impeccabile del Napoli finisce al 69' quando, con l'unica verticalizzazione del Porto, Ghilas (entrato al posto di Varela) insacca alle spalle di Reina: dopo l'uscita molto alta di Albiol in anticipo, il Napoli si trova con tre in difesa (Henrique, Fernandez e Goulham) che lavorano male a livello di reparto anche perché due sono posizionati male. Goulham si trovava troppo largo e quindi fuori posizione, Fernandez invece, che su palla scoperta centrale dovrebbe scappare (cioè correre verso la porta) rivolgendo il corpo verso l'interno, scappa guardando Henrique e non accorgendosi del taglio alle spalle di Ghilas. 

    Dopo il gol il Napoli vive un momento di confusione: le distanze si allungano, l'intensità diminuisce e il Porto ne approfitta prima prendendo un palo con Defour e poi chiudendo il discorso qualificazione con il meraviglioso gol di Quaresma al 75'. Il Napoli pareggia col neo-entrato Duvan Zapata e la partita termina sul punteggio di 2-2, che vede la squadra di Benitez fuori dall'Europa League. Non si può recriminare nulla al Napoli, che ha dominato per quasi tutta la partita, tranne il fatto che avrebbe dovuto essere più concreta sotto porta. Bene invece il Porto, ma solo nel secondo tempo, che dimostra la sua maggiore esperienza in campo internazionale anche grazie al mister Castro che azzecca i cambi: Ghilas ha portato grande quantità in termini di corsa e il gol dell'1-1, mentre Josuè ha conferito maggiore ordine e qualità alla manovra. 

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