Fiorentina-Inter finale di Coppa Italia: per chi tifa Toldo?
L'ex portiere di Fiorentina e Inter, Francesco Toldo ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport in vista della finale di Coppa Italia: "Diciassette anni di me tra viola e nerazzurro, non chiedetemi per chi tifo perché ho il cuore diviso in due. E' un trofeo a volte sottovalutato, ma che invece può dare lo slancio per altri successi. Ci è successo nel 2010 con Mourinho, ma anche la prima Coppa con Mancini, nel 2005, iniziò a segnare il cambiamento. La prima in nerazzurro e ancora nel pre-Calciopoli. Perché io divido chiaramente i due periodi. Firenze è stato il lancio, Milano la lotta perché a quei livelli non devi solo vincere ma anche confermarti, la cosa più dura. L'Inter è potente e in forma, ma anche la Viola non scherza e in campionato ha messo in difficoltà i nerazzurri. In una finale però si resetta tutto. Conta solo come si entra in campo. È la testa che guida le gambe. Finali europee da sfavorite con West Ham e Manchester City? Buttare giù tutto! Così direbbe Vieri. Lasciare sul campo tutto quello che hai dentro. Loro sono più forti? Bene, che lo dimostrino! L'Inter soprattutto non ha nulla da perdere. È una squadra pazza e la serata potrebbe essere propizia per qualche pazzia. Se i ragazzi di Inzaghi pareggeranno la carica che avevamo noi contro il Bayern a Madrid...". "Adriano era come un orsacchiotto, dovevi proteggerlo. Attaccante straripante, ma con le sue fragilità. Ero accanto a lui quando gli arrivò la notizia della morte del padre. Ha davvero faticato a riprendersi. Sinisa aveva visto la guerra, si è fatto da solo. Calcisticamente poi aveva avuto grandi maestri, tra cui Boskov. E quel sinistro... Grave perdita. Julio Cruz, un amico e un gran signore. Vivevamo nello stesso palazzo e andavamo insieme ad Appiano. Era sempre puntuale, anche in area. E quanto gli piaceva fare gol alla Juve! Mourinho mi spiegò perché mi preferiva Julio Cesar, Mancini prima non lo fece e così è più difficile accettare la panchina. Stasera gioca Handanovic? Felice per lui, ogni top club deve avere due grandi portieri".