Il ritorno di Norberto Neto e Josip Ilicic. Potrebbe essere il titolo di un film prossimamente nelle sale dei cinema a Firenze. E invece no, è tutto vero. Sono loro due il volto più sorridente della gara di ieri sera pareggiata per 1-1 contro la Roma. Prendete lo sloveno. A gennaio era ai margini del progetto viola, messo sul mercato in cerca del miglior offerente. I tifosi gli riconoscevano il talento che ne aveva fatto aumentare la fama con la maglia del Palermo. Ma qui, a Firenze, poco o niente di quel giocatore imprevedibile e sempre decisivo in rosanero. Così il suo carattere e qualche prestazione sottotono di troppo l’avevano mandato in panchina. Fuori dagli schemi di Vincenzo Montella. I dirigenti valutano le proposte del calcio mercato invernale. C’è il Bologna dell’ex direttore sportivo Pantaleo Corvino: si tratta sul prestito con diritto di riscatto. Ilicic inizia a pensarci ed i giorni passano. Così rimane a Firenze e l’aeroplanino lo rilancia. Complici gli infortuni nel reparto offensivo, lo sloveno acquisisce sempre più sicurezze e continuità. Ieri il gol del momentaneo vantaggio, su assist perfetto di Salah: gran destro sotto al sette avversario. Un gol dei suoi, senza pensarci più di tanto. A fine partita, poi, dichiara: “E’ tutto aperto, nel calcio può succedere di tutto. Sono contento di essere rimasto qui, darò il massimo per questa maglia”. E così il 27 enne passa da falso nueve a giocatore ritrovato. Una missione quasi impossibile. Non per Vincenzo Montella, che l’ha sempre difeso nei momenti di difficoltà e che ha saputo rilanciarlo nelle gare cruciali. Decisive. L’altro volto sorridente ricorda il quotidiano La Repubblica, edizione di Firenze, è quello di Norberto Neto. La sua è una storia infinita. Da secondo portiere viene lanciato da Montella come titolare due stagioni fa. Il brasiliano non regge l’emozione iniziale: sbaglia qualcosa di troppo, gli piovono fischi praticamente ad ogni gara. Anche la difesa sembra non fidarsi troppo di lui. Poi la svolta. Neto reagisce e inizia ad inanellare una serie di parate da grande giocatore. Da vero numero uno. Quelle del 20 ottobre 2013, vittoria per 4-2 contro al Juventus, rimarranno inchiodate come il vero punto di svolta di questo 25 enne che insegue il sogno di giocarsi il Mondiale con la maglia della propria nazionale. Così Neto diventa sempre più sicuro tra i pali e sempre più appetito da società del calibro internazionale. La società interviene con qualche ritardo di troppo sul prolungamento del contratto e lui, a gennaio, comunica la decisione di non voler continuare il rapporto con i viola. Niente da fare. Fuga di talenti. Si, ma dove? Tutte le strade portano alla Juventus, dove Neto arriverebbe per poi farsi un anno in prestito in un’altra società (come la Sampdoria). Già. Intanto Tatarusanu diventa il titolare al suo posto, col brasiliano scartato dalla dirigenza e dalla tifoseria. Quasi un corpo estraneo. Ma anche qui, complice l’infortunio del portiere rumeno, ecco che torna tra i pali col Tottenham. E poi con l’Inter, con la Juventus, con la Lazio e con la Roma. Ieri altri interventi da vero talento, compreso il rigore respinto all’ex compagno Ljajic nel secondo tempo. Non può nulla sul pareggio definitivo, certo, ma quell’esultanza di rabbia e riscatto dopo aver respinto il suo tiro vale più di mille parole. Così Ilicic e Neto si sono riconquistati fiducia e rispetto. E lo stadio, ieri sera, si è alzato in piedi per applaudire entrambi.