Strette di mano. Abbracci. Pacche sulle spalle. E tanta emozione. Mentre la Fiorentina affronta il gran finale di una stagione intensissima, per Eduardo Macia, uno dei «padri» di questa squadra, sono i giorni dei saluti prima di buttarsi nella nuova avventura a Siviglia. Da dove, venerdì scorso, ha ripreso l’aereo dopo aver firmato il contratto che lo legherà al Betis, per tornare a Firenze, la città dove ha vissuto gli ultimi tre anni. Sabato scorso allora ha iniziato il giro dei saluti. E Macia è voluto partire dal «Buozzi» per godersi dal vivo ancora una partita della «sua» Primavera (era anche responsabile del settore giovanile), plasmata e rimodulata nelle ultime stagioni pensando a un’identità comune con la prima squadra. Saluti, e, scrive il quotidiano Corriere fiorentino, tanta emozione allora. Come quando è andato negli spogliatoi a salutare i ragazzi che ha sempre seguito da vicino, monitorandone la crescita come giocatori e come persone. Ma non solo. Perché anche oggi non mancheranno motivi di emozionarsi visto che la sua Fiorentina scenderà in campo al Franchi. Macia, allo stadio però con tutta probabilità non ci sarà. Perché lo spagnolo ha sempre scelto un profilo basso e una sua presenza in tribuna avrebbe acceso su di lui i riflettori dei media. In fondo i giorni per salutare anche Montella e i giocatori della prima squadra non mancheranno visto che Macia non ripartirà subito per la Spagna ma resterà ancora qualche giorno a Firenze. Giusto il tempo di organizzare, magari, un saluto alla città cercando però di evitare le polemiche come del resto ha sempre fatto da dirigente. Anche la Fiorentina del resto, ha scelto un profilo basso affidando a un breve comunicato la scorsa settimana il proprio saluto a un dirigente che insieme a Daniele Pradè ha avuto il merito di ricostruire una squadra che, al suo arrivo, aveva rischiato di retrocedere in serie B. Una separazione, anche per i modi con cui è arrivata, che ha preso di sorpresa l’ambiente, compresa la famiglia Della Valle visto che già in passato Macia aveva rifiutato offerte molto importanti (su tutte quella del Barça) e che lo spagnolo aveva ancora un lungo contratto. Ma dissidi sul mercato e quella sensazione di non poter più incidere come avrebbe voluto, ha portato il direttore tecnico a fare un passo indietro. Per un saluto che alla fine ha scontentato un po’ tutti.