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Fiorentina, i fratelli di Astori: 'Firenze l'ha adottato, l'ha fatto suo'
"Davide è stato un ottimo calciatore, non un campione di rilevanza mondiale, ma trasmetteva valori e questo la gente, anche i tanti che non l’avevano mai incontrato, l’ha percepito. Probabilmente ha colmato un vuoto emotivo. Era il Maradona o il Pelé dei valori umani. Davide era fortemente empatico. A questa tempesta di buoni sentimenti hanno contribuito anche i compagni che l’avevano conosciuto, la dolcezza e la spontaneità delle loro parole. Penso a Milan (Badelj, nda) che sentiamo ancora, a Buffon, De Rossi, Totti, Antonelli, Sirigu che con Davide ha condiviso pezzi di vita e di carriera. La gente di Firenze, poi, ha fatto il resto. I fiorentini sono pieni di passione, speciali, vivono di pancia ogni cosa, ogni rapporto. Davide era rimasto quando tutti gli altri erano fuggiti, su di lui la Fiorentina impostò la ricostruzione. Da quel momento Firenze l’ha adottato, l’ha sentito suo. Davide era campione di valori grazie soprattutto al lavoro dei miei genitori, a quello che gli avevano insegnato. I calciatori, a meno che non siano figli d’arte, provengono in massima parte da famiglie semplici, con un basso tenore di vita, e si ritrovano catapultati in una realtà “irreale”. Per reggere l’urto e non restarne schiacciati irrimediabilmente devono possedere una struttura morale, una formazione solida… Davide solido lo era e stava pianificando il suo futuro dopo il calcio, leggeva, studiava, si applicava, aveva individuato il percorso da seguire. Spendeva in viaggi, ma per il resto era attento"